Alitalia, i voli in ostaggio di Casellati

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-15

Sale a bordo solo dopo che gli altri sono seduti, vuol far spostare passeggeri, il nodo della scorta. E scatta la “direttiva” anti-presidente della Camera

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Carlo Tecce sul Fatto racconta oggi una storia che riguarda la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e Alitalia. In particolare, l’articolo racconta un episodio accaduto a Fiumicino, quando la Casellati ha rifiutato di imbarcarsi finché gli altri passeggeri non si fossero seduti ai loro posti e una sua collaboratrice ha cambiato posto senza autorizzazione, provocando un ritardo di un’ora alla partenza, e un episodio accaduto a Venezia:

Casellati sorseggia un caffè ai divani di Casa Alitalia, mentre i collaboratori snocciolano il prontuario del presidente agli addetti dell’ex compagnia di bandiera: accomodarsi per ultima a bordo senza attendere tra la gente, ricevere un’accoglienza adeguata, cioè tre cappelliere per sé perché ogni ritorno è un trasloco. E pazienza per i cittadini col bagaglio a mano: motivi di Stato, integrità della Repubblica. Roba seria. Chi accompagna Casellati, a volte, vuole sistemare le valigie del presidente a imbarco ancora chiuso.

A Venezia i collaboratori di Casellati riscontrano una scottante inadempienza di Alitalia: un signore non famoso ma pagante, estraneo al contingente senatoriale, ha un biglietto che gli permette di viaggiare quasi accanto, quasi a una intollerabile distanza di un metro dal presidente del Senato. Con risolutezza, lo staff di Palazzo Madama chiede di rimuovere il signore e magari di spingerlo al centro della cabina. Alitalia dice no, è un normale cliente, mica un pericoloso latitante.

Gli episodi hanno provocato la protesta dei valoratori:

I lavoratori di Alitalia protestano: aspettando il danaroso salvatore, l’ex compagnia di bandiera è diventata la più puntuale al mondo nel 2019 e il presidente del Senato mette a rischio il primato? Enrico Laghi, Stefano Paleari e Daniele Discepolo, i commissari straordinari nominati dal governo, hanno risposto che l’azienda non tollera privilegi e che nessun favore è legittimo, soprattutto se ha un impatto negativo sul servizio. I commissari non hanno citato Casellati, ma ribadito un principio per sostenere i dipendenti in subbuglio, perché non è facile respingere le prepotenze di chi rappresenta la seconda carica dello Stato. Maria Elisabetta Alberti Casellati vuole trasmettere il suo blasone ai posteri. Ce l’ha fatta. Con ritardo.

EDIT: La Casellati rispondendo alla richiesta di chiarimenti del senatore M5S Patuanelli spiega:

“Oggi la povertà di argomenti della politica rispetto ai problemi reali del Paese, fa sì che l’attenzione spesso venga spostata su “presunti privilegi”. Ed eccomi tristemente a rispondere a una richiesta di chiarimenti del senatore Patuanelli rispetto al fatto di utilizzare – anziché voli di Stato – il vettore Alitalia per i miei spostamenti in occasione di importanti impegni istituzionali. Non fa parte del mio modo di agire né di rapportarmi – aggiunge – usare privilegi impropri né mettere in difficoltà chicchessia. Non l’ho mai fatto prima e men che meno oggi che rivesto un ruolo di rappresentanza del mio Paese”

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