Fact checking

Alexis Tsipras, i sondaggi e le elezioni in Grecia

Faber Fabbris 11/09/2015

A pochi giorni dall’apertura delle urne i risultati delle consultazioni vedono Syriza in calo ma ancora prima partito. Cosa succederebbe in caso di vittoria “monca” e in che modo i seggi verrebbero ripartiti

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Le leggi elettorali cambiano, i sondaggi oscillano, ma la matematica, almeno quella, resta. Con un occhio alle passate tornate elettorali, agli attori in campo ed agli ultimi sondaggi, cerchiamo di capire come funziona il sistema elettorale greco, e penetrarne i dettagli (nei quali, come si sa, si nasconde spesso il diavolo). La camera greca, la Voulì (che è poi la pronuncia moderna dell’antica Boulé ateniese) è composta da 300 seggi. I collegi sono ritagliati su base geografica, ed esprimono deputati in numero proporzionale alla popolazione. Alcuni collegi dispongono di un solo deputato, in ragione del numero di abitanti (per lo più le isole). A questi si aggiunge un collegio ‘nazionale’ che elegge 12 deputati.
 
COME FUNZIONA IL SISTEMA ELETTORALE IN GRECIA
Il sistema elettorale attuale (ultima sfornata di una lunga serie di modifiche) ha tre elementi salienti:
– una rappresentazione pressoché perfettamente proporzionale per 250 seggi (con un leggero effetto di distorsione sui alcuni piccoli collegi monoseggio);
– uno sbarramento al 3% dei voti validi;
– un premio di maggioranza di 50 seggi al partito arrivato in testa.
Un partito o una coalizione devono quindi esprimere almeno 151 deputati per accedere alla maggioranza assoluta dei seggi. Vediamo ad esempio come questo sistema ha tradotto il risultato delle urne del 25 gennaio:
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La maggioranza si è costituita attorno a Syriza (alla quale mancavano due deputati per arrivare alla soglia di 151) che si è coalizzata con i Greci Indipendenti (ANEL). Assieme raggiungevano quindi una maggioranza di 162 deputati. Il rifiuto dell’accordo del 13 luglio da parte della minoranza di Syriza (principalmente la corrente ‘Piattaforma di Sinistra’, che fa capo a Lafazanis) ha rimescolato le carte. La scissione di ‘Unità Popolare’ (il cui Acronimo, LAikì Enotita si legge LAE, come il vocativo della parola ‘popolo’, e quindi suona come un appello: ‘Popolo!’ in italiano), ha sottratto alla coalizione 25 deputati, riducendo quindi il governo Tsipras ad un esecutivo di minoranza (137 deputati). Tsipras ha dunque scelto di dimettersi, provocando de facto nuove elezioni, che si terranno il 20 settembre.
 
I SONDAGGI SULLE ELEZIONI IN GRECIA
I sondaggi hanno cominciato a circolare, con un compito difficile: stimare la base del campione senza un metro reale di verifica: se un campione deve riflettere, per la sua composizione, tutta la popolazione di riferimento, i sondaggisti sanno bene che le dichiarazioni dei sondati non sono mai lo specchio diretto della realtà del voto. L’imperfetto assortimento del campione; la minore o maggiore propoensione ad ammettere che si voti per un partito (per esempio per Alba Dorata); il livello di politicizzazione più o meno spinta degli elettrori; la ripartizione degli indecisi; l’intenzione deliberata di falsare il sondaggio sono altrettanti fattori di incertezza. Gli istituti li ‘correggono’ i risultati bruti dei sondaggi (le risposte che raccolgono), immettendo dei coefficienti correttivi stabiliti sulla base dei più vicini risultati elettorali. Quando però si presentano nuovi partiti le cose si compicano perché questa correzione non riposa su alcuna base certa. I sondaggisti devono allora ‘stimare’ il coefficiente sulla base di considerazioni ‘extramatematiche’. Di qui le ampie forchette sui sondaggi di questi ultimi giorni: vediamone alcuni. Una premessa: tutte le proiezioni in seggi sono fatte sulla base di una ipotesi forte: gli indecisi si ripartiscono proporzionalmente alla scelta espressa dagli altri elettori. Ma gli elettori dei partiti più piccoli sono anche quelli più ‘militanti’, e quindi meno incerti. Un altro elemento che deve invitare a trattare i sondaggi con estrema prudenza.

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Società : GPO. Data: 4 settembre. Campione : inaccessibile. Incerti: 16,4%. Errore: +/- inaccessibile


Secondo questo sondaggio l’Unione dei Centristi (Énosi Kéntroon, EK) entrerebbe in parlamento (dal quale era esclusa in gennaio). Nuova democrazia, in testa per un pugno di voti (poco più di 30.000 su una base di 6,3 milioni) otterrebbe 127 seggi, potendo, ad esempio, comporre una maggioranza con l’Unione dei Centristi e il Pasok –ipotesi puramente matematica. Un leggerissimo spostamento in favore di Syriza (inversione della posizione ‘di testa’, dunque del vantaggio di 30.000 voti) porterebbe ad uno scenario totalmente diverso:
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LE IPOTESI SUL RISULTATO FINALE
Secondo questo scenario, Syriza disporrebbe di 127 seggi e potrebbe – ipotesi sempre meramente matematica – costituire una coalizione con Potami e Pasok. L’incertezza dei valori (non annunciata, ma dell’ordine del +/-2,5/3%) copre largamente lo scarto fra i due primi partiti. In altre parole, una differenza di 50 seggi è stabilita soltanto secondo le ‘preferenze’ di chi realizza il sondaggio (del resto i due valori 30% e 30,5% sono un po’ “sospetti” per arrotondamento e scarto).
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Società : Bridging Europe. Data: 1-3 settembre. Campione : 1023 sondati. Incerti: 17,4%. Errore: +/- 3,5%


In questo sondaggio, lo stacco tra Syriza e Nuova Democrazia è molto più netto che nel precedente (e rispetto ad altri sondaggi che circolano in questi giorni). Addirittura 8,6%. Ciò permetterebbe a Syriza di ottenere 141 seggi. Malgrado ciò, dovrebbe allearsi almeno con il Pasok (scelta che Syriza si risparmierebbe ben volentieri) per ottenere la maggioranza assoluta.  Il dato di Unità Popolare (LAE) appare d’altra parte sensibilmente superiore a quello del sondaggio precedente e degli altri sondaggi in circolazione in questi giorni. Non a caso, considerando quanto prima detto sui ‘partiti nuovi’, che non hanno base di confronto con vere elezioni per stimare il ‘coefficiente’ giusto. Vediamo cosa accade con una leggerissima variazione di questi dati (sempre interna all’incertezza dei valori).
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In questo scenario (qui illustrato in guisa d’ipotesi accademica), ANEL supera la soglia del 3% ed entra in parlamento. Il partito di Lafazanis e gli altri piccoli sono un po’ ridimensionati (gli incerti voteranno soprattutto ND e Syriza). Come si vede, in questo scenario (lo ripetiamo, del tutto ipotetico, ma interno al margine d’errore di questo sondaggio), Syriza e ANEL avrebbero, seppur di un soffio, la maggioranza dei seggi. Per concludere: i sondaggi valgono quello che valgono: un’indicazione di come gli istituti (ed i loro azionisti di riferimento) leggono le tendenze dell’opinione pubblica. Nel caso greco, ricorderemo che una delle ultime proposte di legge del governo Syriza-ANEL richiede alle televisioni private il pagamento delle concessioni radiotelevisive (con gli arretrati) teoricamente dovute e mai versate. Le stesse televisioni private che commissionano gran parte di questi sondaggi.

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