Alexander Maersk: la nave danese in ostaggio a Pozzallo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-25

Ferma da venerdì sera al largo del porto di Pozzallo in attesa di essere autorizzata ad attraccare. Il garante dei detenuti: “Sono privati della libertà personale”

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Una motovedetta della Guardia di Costiera ha trasferito nel tardo pomeriggio di ieri acqua, succhi di frutta e altri alimenti di prima necessità oltre a 100 paia di ciabatte per i 108 migranti che si trovano a bordo del cargo Alexander Maersk, battente bandiera danese, ferma da venerdì sera al largo del porto di Pozzallo e in attesa di essere autorizzata ad attraccare.

Alexander Maersk: la nave danese in ostaggio a Pozzallo

Bocche cucite in Capitaneria e in prefettura sul destino della nave. Intanto la donna incinta e la bambina di 8 anni trasferiti sulla terraferma ieri in emergenza stanno meglio e sono attualmente ospiti nell’hotspot di Pozzallo. Il padre della bimba e il figlio maschio di 4 anni sono rimasti invece a bordo della Maersk. Ieri vi è stata un’evacuazione medica per due migranti: una donna incinta all’ottavo mese di gravidanza e una bambina di 8 anni disidratata e con gastroenterite. Insieme a loro due sono stati portati a terra la figlia minorenne della donna e la madre e il fratello della bambina. Per il medico marittimo Vincenzo Morello che ha proceduto all’evacuazione e che ha avuto modo di controllare lo stato medico di altri migranti a bordo “la situazione è sotto controllo e non ci sono particolari casi d’allarme”.

Stamattina il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna ha fatto un appello a Salvini per chiedere di far sbarcare i naufraghi: “E’ l’intera città di Pozzallo che chiede un gesto di umanità nei confronti di chi sta soffrendo. La popolazione di Pozzallo è additata da tutti come modello di accoglienza, è sempre stata e rimane della parte della legalità ma al contempo davanti ai patimenti di tante donne e bambini non riesce a rimanere inerte ed insensibile”. Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Mauro Palma, ha scritto una lettera al Comandante generale della Guardia Costiera, Ammiraglio Giovanni Pettorino, con cui chiede “urgenti informazioni sugli ordini impartiti relativamente alla impossibilità di approdo della nave container”, visto che chi si trova sulla nave “si trova di fatto privato della libertà personale”.

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