Alejandro Meran: il video dopo la sparatoria in questura a Trieste

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-05

Alejandro Augusto fa pochi passi e poi chiede di andare in bagno. Rotta e Demenego lo seguono fino alla toilette di servizio. Lui entra, loro restano ad aspettarlo all’esterno. Quando esce è una furia. Aggredisce i poliziotti e inizia una colluttazione

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Alejandro Meran a Trieste aveva sottratto quel motorino ieri mattina presto a una turista straniera che poi era andata a denunciare tutto. Il fratello Carlysle Meran aveva chiamato i poliziotti e aveva detto che il motorino « è qui con mio fratello, venitelo a prendere». Pieluigi Rotta e Matteo Demenego erano partiti con due volanti e verso le 5 del pomeriggio erano tornati con i due fratelli in Questura. Ed è qui che è cominciata la vicenda che ha portato alla loro morte. Racconta oggi il Corriere della Sera:

Prima di arrivare Carlysle si sente in dovere di dire agli agenti che «mio fratello è un po’ alterato» («soggetto squilibrato» diranno poi altri inquirenti, pare anche seguito da un centro di igiene mentale). La volante si ferma davanti all’ingresso. I due fratelli non sembrano agitati, uno di loro si permette anche una battuta con una poliziotta in borghese che è lì davanti alla porta della Questura. Gli agenti li fanno entrare. Niente manette. Alejandro Augusto fa pochi passi e poi chiede di andare in bagno. Rotta e Demenego lo seguono fino alla toilette di servizio. Lui entra, loro restano ad aspettarlo all’esterno. Quando esce è una furia. Aggredisce i poliziotti e inizia una colluttazione.

Da questo momento in poi ci sono punti poco chiari e molte domande al momento senza risposte nella ricostruzione di quel che è accaduto. Prima fra tutti la questione della pistola. Non è chiaro se uno dei poliziotti l’abbia estratta e lui gliel’abbia sfilata dalle mani oppure se sia stato lui stesso a prenderla dalla fondina che, secondo i primi accertamenti, sarebbe di un vecchio modello, in cartone pressato e facile da staccare. Tra l’altro nessuno dei due agenti ha il correggiolo, cioè la cinghia di sicurezza (estensibile) per tenere agganciata l’arma al cinturone. In ogni caso: Alejandro Augusto si impossessa dell’arma, con la quale avrebbe minacciato l’altro agente pretendendo anche la sua pistola. E inizia a sparare. Scarica un intero caricatore puntando prima al petto dei due agenti, che non hanno scampo, e poi dove gli capita per aprirsi la via di fuga. Si muove e preme il grilletto.

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La ricostruzione sul Corriere della Sera (5 ottobre 2019)

Nel conflitto a fuoco uno degli agenti che lo sta seguendo viene ferito a una mano:

Lui, l’assassino, riesce comunque a uscire anche se ferito e mentre è fuori incrocia sulla via di fuga una Fiat Panda della Squadra Mobile. Alza la pistola ancora una volta e spara verso gli agenti in macchina. «Alla testa», aggiunge la testimone. Loro si buttano a terra appena in tempo per non essere colpiti, rispondono al fuoco. Lui riesce a premere il grilletto per altre 11 volte prima di essere colpito e crollare (sarà poi portato in ospedale) non lontano dall’ingresso della Questura.

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