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Alejandro Augusto Stephan Meran: il domenicano che ha ucciso due poliziotti della questura di Trieste
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-10-05
Ha sottratto le pistole ad entrambi i poliziotti che poi ha ucciso. Non ci sono né testimoni, né riprese delle telecamere del primo conflitto a fuoco. Dopo aver sparato al primo poliziotto, Meran si incammina verso l’uscita e trova sulla sua strada il secondo agente. L’uomo spara ancora e quando il poliziotto cade in terra gli prende la pistola, strappandogli la fondina
Si sono conclusi alle 3 di notte all’interno e all’esterno della Questura di Trieste i rilievi della polizia scientifica di Padova, che ha operato con torce e altri strumenti per raccogliere prove utili all’indagine, lungo il marciapiede e la strada adiacente all’edificio. L’automezzo con i feretri di Pierluigi Rotta, agente scelto di 34 anni, e Matteo Demenego, agente, 31 anni, uccisi all’interno della Questura di Trieste, è stato scortato dalla polizia quando ha lasciato la Questura.
Alejandro Augusto Stephan Meran: il domenicano che ha ucciso due poliziotti della questura di Trieste
Secondo la ricostruzione dei fatti Alejandro Augusto Stephan Meran, il domenicano che ha sparato all’interno della questura di Trieste, ha sottratto le pistole ad entrambi i poliziotti che poi ha ucciso e non solo al primo agente che lo aveva accompagnato in bagno. Lo si apprende da fonti qualificate della Polizia che stanno ricostruendo la dinamica di quanto accaduto anche se, sottolineano, non ci sono né testimoni, né riprese delle telecamere del primo conflitto a fuoco. Le due vittime avevano avuto la prima assegnazione in Friuli Venezia Giulia: l’agente scelto Matteo Demenego era nato a Roma il 27 settembre 1988. Arruolato il 28 dicembre 2012, aveva frequentato il 186esimo corso di formazione presso la scuola allievi agenti di Vibo valentia. L’assegnazione a Trieste è arrivata il 29 settembre 2013 ed era in servizio presso l’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico (UPGSP). Ancor più di casa a Trieste era l’agente Pierluigi Rotta, visto che vi aveva frequentato il 195esimo corso di formazione presso la Scuola allievi agenti. Nato a Napoli il 2 maggio 1985, arruolato il primo ottobre 2015, era stato assegnato alla Questura giuliana il primo giugno 2016, anche lui presso l’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico.
“E’ stato tipo Beirut, non so quanti colpi sono stati esplosi, una infinità. Sembrava di stare a Capodanno con i mortaretti. La cosa più brutta è stata non poter fare niente, quell’uomo sparava a vista”, è il racconto angosciante che una poliziotta della Questura di Trieste fa in una chat di alcuni colleghi della sparatoria nella quale sono morti due agenti di 31 e 34 anni. Parte dell’audio è pubblicato sul sito dell’Adnkronos. “Ero con mia sorella e mio cognato – ha raccontato la donna nella chat di alcuni poliziotti – quando ho visto arrivare i due colleghi con i due uomini, erano troppo vicini senza manette. Uno dei due ha fatto una battuta, abbiamo riso, quello che ha sparato scherzava sul fatto di fare basket. Quando sono entrati, ho salutato mia sorella, appena ho aperto il portone della Questura ho sentito un colpo sordo ma non avevo capito in un primo momento”.
Continua la poliziotta nel suo racconto nella chat di alcuni poliziotti. “Il collega dell’ufficio armi è sceso di corsa, mi ha gridato ‘dove sono?’, ‘si sono sparati’, ‘corri corri corri’, uno dei due era con la pistola in mano, hanno iniziato a sparare, c’erano vetri e calcinacci dappertutto. Uscito dalla questura c’è stato un conflitto a fuoco, un collega in atrio gli ha sparato, nonostante sia stato colpito ha continuato ed è uscito. Una volta fuori ha incontrato la macchina della Mobile e gli ha sparato ad altezza uomo, colpendo il montante della portiera lato passeggero. I tre colleghi si sono buttati per terra, hanno “cecchinato” la macchina dietro, ma lui ha sparato 15 colpi e, ferito, si è accasciato a terra. L’altro, intanto, era con me, corsa nel frattempo nel sotterraneo. Io ero in borghese, senza armi, lui scarrellava, metteva e toglieva la sicura. Ho avuto paura, cominciava a vagare per tutta la questura, c’erano colleghi che sparavano, alla fine sono arrivati gli Uopi (unità operative di pronto intervento) nel sotterraneo e l’hanno preso”.
Matteo Demenego e Pierluigi Rotta
A sparare ai due poliziotti della Questura di Trieste è stato Alejandro Augusto Stephan Meran, di 29 anni, domenicano, con problemi psichici. In mattinata aveva rubato il motorino ad una signora, facendola cadere. Si era però pentito ed aveva chiamato il fratello Carlysle Stephan Meran, di 32 anni, per chiedergli consiglio. Era stato quest’ultimo ad avvertire la polizia. Li recuperano una Volante e un’auto della Squadra Mobile. Una volta arrivati in Questura, succede però la tragedia: Alejandro chiede di andare in bagno e, all’improvviso, aggredisce gli agenti, sottraendo la pistola ad uno di loro e con quella sparerà a bruciapelo uccidendolo e colpendo mortalmente un secondo agente.
Non si sa come ci sia riuscito: quello che è certo è che Meran – che come il fratello non aveva precedenti e non era segnalato come soggetto pericoloso – chiede di poter andare in bagno e ad un certo punto riesce a sottrarre la pistola all’agente che lo accompagna. Come abbia fatto sarà difficile ricostruirlo: alla scena non hanno assistito testimoni e la zona non è coperta da telecamere. Dopo aver sparato al primo poliziotto, Meran si incammina verso l’uscita e trova sulla sua strada il secondo agente. L’uomo spara ancora e quando il poliziotto cade in terra gli prende la pistola, strappandogli la fondina. A quel punto si avvicina l’uscita e ha un terzo conflitto a fuoco, con l’agente al corpo di guardia, che lo ferisce. Meran, dicono ancora le fonti, riesce comunque ad uscire dall’edificio e qui viene bloccato dagli uomini della squadra mobile. Dalla ricostruzione che sta emergendo sembra inoltre che il fratello, Carlysle Stephan Meran, non abbia avuto alcun ruolo nella sparatoria e, anzi, per paura si sia rifugiato nei sotterranei appena si è cominciato a sparare.
In un video mandato in onda dall’emittente locale Tele4 nel corso di una edizione straordinaria trasmessa ieri sera si vede Alejandro Augusto Stephan Meran, 29 anni, che si rivolge al fratello mentre attende l’ambulanza dopo essere stato ferito durante il tentativo di fuga: “Vieni a prendermi … non voglio l’ambulanza … sto morendo…”, gli dice.
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