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L’Air Force Renzi e le bufale di Palazzo Chigi

neXtQuotidiano 01/03/2020

Dalle carte dell’inchiesta il ruolo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio nell’acquisto dell’ormai famigerato Airbus A319

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Claudio De Vincenti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, stretto collaboratore di Renzi, l’11 settembre 2015 scrisse una sorprendente letterina alla ministra della Difesa e collega dipartito Pd, Roberta Pinotti, per indurla a sponsorizzare l’Air Force Renzi. Lo racconta oggi il Fatto Quotidiano in un articolo di Daniele Martini:

Prima inesattezza: De Vincenti sostiene che gli A319 della flotta di Stato sono vecchi e costosi, quindi vanno sostituiti con un moderno A340-500. La verità è che i 3 Airbus A319 della flotta di Stato furono acquisiti rispettivamente nel 2001, 2002 e 2005 e quindi hanno all’incirca la stessa età dell’areo di Renzi che è del 2006. I 3 A319 fanno tuttora parte della flotta di Stato come risulta dai registri aeronautici e svolgono egregiamente il loro lavoro. Una differenza profonda tra le due classi di velivoli c’è: mentre gli A319 sono aerei ottimi, premiati da uno straordinario successo commerciale perché consumano poco, l’aereo di Renzi è un bidone succhia carburante di cui Airbus ha costruito appena 41 esemplari per poi pensionarlo.

Secondo argomento inesatto usato da De Vincenti: il sottosegretario fa capire che è necessario un salto di qualità tecnologico e nella sicurezza della trasmissione dati da bordo dell’aereo di Stato e preme perché venga acquisito l’A340-500 che sarebbe un aereo più sicuro dal punto di vista delle comunicazioni. Ma al Fatto risulta che sia il sistema di comunicazione ACARS per i messaggi brevi da aereo a stazioni di assistenza sia SATCOM,che è la rete satellitare più usata dagli aerei per fonia e dati web, non hanno niente a che vedere con il tipo di aereo. I kit di montaggio si adattano sia agli A319 sia all’aereo di Renzi.

air force renzi truffa

L’ultimo e sorprendente svarione della lettera di De Vincenti riguarda i costi: ci vorrebbero 200/300 milioni di euro per acquistare l’Airbus A340-500, scrive il sottosegretario. Nello stesso periodo, però, sulla piazza di Londra veniva trattato dalla società di lessor per cui lavora Intrieri, un aereo gemello all’Airbus renziano al prezzo di 7 milioni di dollari, 31 volte meno del prezzo sparato da De Vincenti. Non è ancora chiaro come e perché il sottosegretario abbia potuto inanellare tante inesattezze in una lettera di appena 34 righe. Di sicuro è che De Vincenti scriveva alla ministra della Difesa su mandato di Renzi: “… è intendimento del Presidente del Consiglio garantire al Paese… la disponibilità di un servizio di volo basato su una piattaforma della classe Airbus A340-500”.

Sulla genesi delle inesattezze è possibile avanzare solo ipotesi. La prima: non essendo un tecnico del ramo, De Vincenti butta lì quelle righe senza sapere che cosa sta scrivendo. È però difficile che un sottosegretario si esprima senza consultare chi gli sta sopra e i tecnici. Seconda ipotesi: De Vincenti ha sintetizzato ciò che gli veniva chiesto supportandolo con valutazioni tecniche fornite da persone di cui non poteva non fidarsi.

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