All’aggressore omofobo di Jean Pierre Moreno non sarà contestata l’aggravante dei “futili motivi”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-04-29

Si è svolta la prima udienza per l’aggressione omofoba avvenuta lo scorso 20 marzo ai danni di Jean Pierre Moreno nella stazione Valle Aurelia di Roma: il pm non ha riconosciuto per l’uomo che picchiò il giovane l’aggravante dei “futili motivi”

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Per l’aggressione a Jean Pierre Moreno, il ragazzo preso a pugni nella stazione della metropolitana Valle Aurelia di Roma solo per aver baciato il suo compagno, il responsabile non si vedrà contestata l’aggravante dei “futili motivi”. A poco più di un anno dai fatti (l’aggressione risale al 20 marzo dello scorso anno, ndr), che grazie a un video registrato da un amico della coppia fecero particolarmente scalpore vista anche la totale gratuità del gesto, si è svolta ieri la prima udienza: il giudice ha accolto la ricostruzione del giovane – come spiega gay.it – il quale si è costituito come parte civile, mentre il suo aggressore non era presente in aula. Per lui le accuse ufficiali del pm sono però “soltanto” per “lesioni personali”.

All’aggressore omofobo di Jean Pierre Moreno non sarà contestata l’aggravante dei “futili motivi”

“La Legge Zan avrebbe probabilmente consentito una maggiore rapidità nelle procedure e la possibilità per polizia e magistrati di trattare questo caso con gli strumenti corretti, individuando il reale movente omofobico della aggressione”, ha commentato Martina Colomasi, socia di Rete Lenford e avvocata della parte civile Jean Pierre Moreno. “Purtroppo – ha aggiunto – siamo di fronte ad un crimine d’odio che almeno allo stato viene affrontato come una aggressione di carattere personale non aggravata nemmeno dai futili motivi. Restiamo comunque in attesa degli sviluppi e di un’eventuale e più grave riqualificazione del reato”.

“Non potrà mai esserci un giusto processo”

La vittima dell’aggressione ha commentato: “Il rammarico è che non potrà mai esserci un giusto processo per quanto accaduto, perché il mio aggressore è accusato solamente di lesioni personali”. Sulla vicenda si è pronunciato anche il Segretario di Gaynet Rosario Coco: “Il punto politico invariato: a un anno da un’aggressione assurda che ha fatto il giro del mondo in Italia non è ancora possibile denunciare un crimine omotransfobico. Restiamo gli unici insieme a Bulgaria, Polonia, Rep. Ceca e Lituania e non avere una legge del genere e la principale responsabilità di questa situazione e degli stessi partiti che fino a pochi mesi fa elogiavano Putin senza vergogna. Gli oppositori di Zan hanno sempre detto che c’era già l’aggravante, quella dei futili motivi. Non è vero per almeno due motivi, perché si tratta di un’aggravante generica e perché, come in questo caso, il PM non l’ha ritenuta esistente”.

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