Massimo Adriatici, chi è l’assessore leghista che ha sparato a Voghera

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-21

L’omicida del 39enne marocchino è stato nell’arma, prima di dedicarsi all’insegnamento e alla politico. Da sempre militante della Lega è in giunta dall’ottobre 2020. Nel 2018 aveva detto che esplodere un colpo di arma da fuoco deve essere extrema ratio di un scontro fisico

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Massimo Adriatici è al centro del dibattito pubblico. Dopo aver causato la morte di un 39enne di origini marocchine con un colpo di pistola esploso in seguito ad una discussione, l’assessore di Voghera ha fatto riemergere dalle ceneri il dibattito legato al tema della legittima difesa. Un perimetro su cui da tempo si scontrano le differenti visioni del centrodestra, soprattutto la frangia più nazionalista guidata da Salvini-Meloni, e il centrosinistra.

Il reato contestato a Massimo Adriatici è di “eccesso colposo in legittima difesa”. Per lui l’utilizzo delle armi non è certo una novità ed è probabilmente attorno all’esperienza del leghista con le pistole che aleggiano gran parte dei dubbi  rispetto al “fatto fortuito”. Adriatici è originario di Voghera, città in cui riveste il ruolo di assessore alla Sicurezza nella giunta di centrodestra guidata dal sindaco Paola Garlaschelli insediatasi ad ottobre del 2020.

Massimo Adriatici, chi è l’assessore leghista che ha sparato a Voghera. Docente, avvocato ed ex poliziotto, la storia

Dal profilo Facebook dello stesso assessore si possono ricostruire buona parte delle tappe fondamentali della sua vita. Diplomatosi all’ITCG Baratta di Voghera, Adriatici ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università del Piemonte prima di cominciare la sua esperienza nell’arma. Aveva cominciato nel 1995, quando era entrato in servizio come agente. Poi un concorso interno lo aveva promosso al grado di sovrintendente che aveva rivestito per 11 anni fino a quando non decise di lasciare l’arma nel 2011.

Negli ultimi 10 anni si è dedicato alla professione legale e alla politica, sempre nelle fila della Lega. E’ stato prima professore a contratto di diritto processuale penale presso l’Università del Piemonte Orientale per poi svolgere il ruolo di docente di diritto penale e procedura penale presso la Scuola allievi agenti Polizia di Stato Alessandria. Ha affiancato la sua carriera da docente a quella di avvocato nel suo studio, lo Studio Adriatici per l’appunto.

Nel 2018 aveva raccontato al giornale locale Provincia Pavese che “l’uso di un’arma deve essere giustificato da un pericolo reale” e che “sparare deve essere l’extrema ratio, l’ultima possibilità da mettere in atto se non ne esistono altre”.

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