Politica
Per Adinolfi “Putin ha le sue ragioni e non è Hitler” | VIDEO
neXtQuotidiano 28/02/2022
A Zona Bianca su Rete 4 Mario Adinolfi spiega il suo punto di vista sul come ripristinare la pace in Ucraina: sedersi a trattare con Vladimir Putin
“Io non mi piego al gioco del santo Zelensky contro il diavolo Putin. Io devo cercare di capire. Capire per uscire fuori da questa situazione di guerra per avere meno morti possibili, soprattutto tra i civili”. Mario Adinolfi a Zona Bianca chiama “pacifinti” gli italiani che si schierano a favore della fornitura di armi all’Ucraina e offre una sponda a favore del presidente della Russia che ha deliberatamente deciso di invadere l’Ucraina e far nascere una guerra che continua a generare morti anche tra i civili.
Per Adinolfi “Putin ha le sue ragioni e non è Hitler” | VIDEO
Ma “per un prolife la priorità è questa: meno morti possibili”, dice. Quindi la strada migliore è per Adinolfi quella indicata da Papa Francesco, “che prende la sua Fiat 500 e va a bussare all’ambasciata russa per chiedere il cessate il fuoco”. La via del dialogo con Mosca, messa in atto dal vescovo di Roma perché “lui sa, da non europeo, che Putin ha le sue ragioni e non è Hitler”. Quali siano le ragioni che spingono uno stato come la Russia a bombardare i civili anche durante i negoziati andati in scena oggi al confine della Bielorussia il leader del Popolo della Famiglia però non lo spiega. “Con Putin, che ha compiuto l’atto grave di iniziare una guerra, bisogna mettersi al tavolo per costruire la difficile pace possibile. Qualcuno invece vuole che Putin sia spazzato via, che il lavoro sporco lo faccia qualche oligarca moscovita che accetti di scodinzolare davanti all’andamento da gigante ubriaco di Joe Biden e della sua Nato”.
Poi detta le “sue” condizioni: “Chi vuole evitare le più tragiche conseguenze, si batta da subito per un dialogo vero, per l’immediata fine della guerra garantendo a Putin la neutralità dell’Ucraina, la fine dello sciocco espansionismo a Est della Nato, la chiusura della contesa con relativa guerra civile strisciante nel Donbass. In cambio si chiederà a Putin di riconoscere la democrazia ucraina, il suo presidente Zelensky, ritirando immediatamente ogni truppa anche dalla Bielorussia che insieme all’Ucraina costituirà il cuscinetto tra Paesi Nato e Russia”. Andasse come da lui descritto, quale sarebbe stato il senso di tanto sangue versato? Semplicemente scongiurare l’annessione dell’Ucraina alla Nato, scenario che più volte è stato definito come “non in agenda”? Inoltre la sua analisi lascia questioni sospese. Che ne sarebbe della Crimea? Il Donbass resterebbe sotto l’influenza russa? Putin riconoscerebbe un presidente del quale ha ordinato l’assassinio? Forse la soluzione non è semplice come Adinolfi prova a far credere.