Addizionale IRPEF, nel Lazio si paga di più

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-10

I dati dei commercialisti: un residente che dichiara circa 36mila euro ne versa 849, il doppio di un cittadino veneto

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Nel 2018 l’addizionale regionale, se le aliquote non saranno modificate, peserà sulle tasche di un residente laziale che dichiara 36 mila euro di reddito, 848,8 euro. Più del doppio di un abitante del Veneto, del Trentino, della Sardegna, della Valle d’Aosta o della Basilicata. Se poi si prende in considerazione un contribuente più “ricco”, che dichiara 100 mila euro di reddito, allora un cittadino che vive nel Lazio si troverà a pagare due volte e mezzo quello che paga
un contribuente di una delle altre regioni: 5.100 euro contro 2.048 euro. A fare i conti, riportati oggi dal Messaggero, è stato il Centro studi del Consiglio nazionale dei commercialisti che ha incrociato i dati delle dichiarazioni dei redditi e i modelli Cud, presentati nel 2017 per l’anno d’imposta 2016, con le aliquote e gli scaglioni deliberati da ciascuna Regione per l’applicazione dell’addizionale di propria spettanza.

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Addizionale IRPEF, i conti regione per regione (Il Messaggero, 10 aprile 2018)

Secondo lo studio dei commercialisti, le addizionali regionali e comunali pesano circa il 10% del prelievo complessivo sui redditi delle persone fisiche. Dei 156 i miliardi di Irpef incassata ogni anno, sono 12 quelli che arrivano dall’addizionale regionale e 4,8 quelli per l’addizionale comunale.

Una incidenza, spiegano i commercialisti, che arriva però a superare il 17%per la fascia di contribuenti che dichiarano meno di 20.000 euro di reddito complessivo, mentre scende al 7% per quelli che ne dichiarano più di 100.000, in ragione della minore progressività delle addizionali rispetto all’imposta nazionale. In realtà a penalizzare il Lazio è anche lo scaglione di reddito utilizzato dal Centro studi dei commercialisti per effettuare le simulazioni. Il sistema impositivo della Regione si basa, infatti, su cinque scaglioni di reddito ai quali vengono applicate cinque aliquote differenti, la più bassa dell’1,73% per chi dichiara fino a 15 mila euro, la più alta del 3,33% per chi dichiara oltre i 75 mila euro.

Ma le regole prevedono una “postilla” in ragione della quale chi dichiara fino a 35 mila euro paga comunque l’1,73%. Insomma, se il reddito preso in considerazione fosse, per esempio, 30 mila euro, i contribuenti laziali sarebbero quarti nella classifica di quelli più tartassati in Italia dalle addizionali regionali, dopo Campania, Piemonte e Molise. Sempre in cima alla graduatoria, ma non sul podio.

Leggi sull’argomento: Il taglio dell’IRPEF

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