Il lungo addio dell'articolo 18

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-23

Ci vorranno dieci anni perché il nuovo contratto si imponga. La serie A e la serie B rimarranno per un bel po’

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La serie A e la serie B nel lavoro saranno dure a sparire. Ci vorranno infatti dieci anni per imporre il contratto a tutele crescenti che dovrebbe sostituire quello classico a tempo indeterminato con articolo 18: ne parla oggi Federico Fubini su Repubblica: le assunzioni a tempo indeterminato sono state due milioni nel 2011 e 1,5 milioni nel 2013, secondo i numeri del ministero del Lavoro.

Ma poiché l’Istat registra circa 14,5 milioni di dipendenti assunti in modo permanente, l’attrito dei nuovi contratti fa sì che la scomparsa dell’attuale tutela dell’articolo 18 prenderebbe gran parte del prossimo decennio. Un effetto collaterale può verificarsi subito:certi lavoratori potrebbero diventare riluttanti a cambiare azienda, perché non avrebbero più la protezione di cui godono oggi in caso di licenziamento. Con il vecchio contratto potrebbero contare su un giudice del lavoro che li rimette al loro posto, se l’azienda vuole cacciarli; con il nuovo avrebbero diritto solo a un indennizzo. Dunque la coesistenza dei due regimi può bloccare gli ingranaggi di un normale mercato del lavoro, perché pochi avranno ancora voglia di muoversi.

L’infografica di Repubblica sui contratti a tempo indeterminato:
articolo 18
 

Contratto a tutele crescenti: a chi si applica e cosa succede all’articolo 18

Leggi sull’argomento: Quanti punti di PIL vale l’articolo 18?

 

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