Suez, a che punto sono le operazioni per liberare il canale

di Giorgio Saracino

Pubblicato il 2021-03-28

Si va verso il “terzo scenario”, e quindi l’Ever Given dovrà essere completamente scaricata. Così però si allungano i tempi, perché si tratta di operazioni che richiedono diversi giorni.

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A che punto sono le operazioni per liberare il canale di Suez? La risposta: nulla di quanto provato finora è stato sufficiente (è fallita anche l’ultimo tentativo di movimento), e ora si prepara il terzo scenario, quello a cui non si voleva in alcun modo arrivare. Perché è quello che richiede più tempo. E ovvero: svuotare il cargo Ever Given, scaricando tutti i container, nella speranza che diminuendo considerevolmente il peso  della nave, allora sarà più facile cercare di disincagliare il cargo che è lì a bloccare il canale di Suez da martedì scorso (in queste ore sta arrivando anche il rimorchiatore italiano Carlo Magno). Questa mattina è andato infatti a vuoto l’ennesimo tentativo di far smuovere la Ever Given, e i danni economici aumentano. Nel frattempo molte navi hanno deciso di cambiare rotta, alcune invece sono ancora lì ad aspettare che la situazione migliori e il varco si apra nuovamente.

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Il tentativo di muovere l’Ever Given e riaprire il canale di Suez

Il “terzo scenario”è quello verso cui stiamo andando incontro. Perché se andrà a vuoto anche l’ultimo tentativo di spostare l’Ever Given, l’unica strada è quella. Infatti saranno inviati a breve due rimorchiatori locali (che hanno la capacità di traino di 70 tonnellate), l’Abdel Hamid Youssef e il Mostafa Mahmoud, per partecipare alle operazioni di disincaglio. A fare un punto della situazione è stato Osama Rabae, a capo dell’Autorità del Canale di Suez. Rabae ha spiegato che le operazioni di dragaggio condotte dall’Autorità del Canale di Suez hanno finora portato alla rimozione di 27mila metri cubi di sabbia raggiungendo una profondità di 18 metri. Ma nulla. E quindi: le autorità egiziane si stanno preparando a un ”terzo scenario”, ovvero scaricare i container trasportati dal gigantesco cargo che blocca il Canale di Suez, se dovessero fallire i due precedenti messi in atto, cioè quello di trainare la Ever Given con rimorchiatori o di scavare sabbia e fango sotto la prua usando delle draghe. Le istruzioni sono arrivate direttamente dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.

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Cosa comporta la chiusura del canale di Suez

Dal 1869 è la scorciatoia per portare le merci dall’Asia in Europa. Una taglio secco nella terra, che permettere di non circumnavigare l’Africa e quindi di ridurre drasticamente i tempi. Giusto per dare qualche numero: circa il 30 per cento dei container passa di lì, e stiamo parando di 19mila navi. A percorrere questa scorciatoia è circa il 12 per cento del commercio mondiale, soprattutto di petrolio e grano.

 

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