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La ricerca dei 900 arrivati a Roma dal Bangladesh e il positivo al tampone scomparso e ricomparso
Alessandro D'Amato 10/07/2020
A bloccarlo, già febbricitante e con tosse, è stata una guardia giurata che ha allertato la Polfer della stazione Termini. Sottoposto a tampone all’Umberto I, è risultato positivo al Covid e dai successivi accertamenti è emerso che il 53enne, arrivato da Dacca a Fiumicino il 23 giugno scorso, era consapevole di essere positivo ma ha comunque infranto la quarantena
Non sono 600 ma 900 i cittadini del Bangladesh arrivati a Roma che in queste ore i contact tracer di mezza Italia sono al lavoro per rintracciare. I 900 bengalesi sono arrivati con 4 voli charter Dacca-Fiumicino (il 12, il 17, il 23 e il 26 giugno). Spiega oggi Repubblica in un articolo di Michele Bocci che l’allerta è iniziata quando, a inizio luglio, gli epidemiologi della Asl Roma 2 hanno ricevuto la notifica di due positivi tra quei passeggeri.
La ricerca dei 900 arrivati a Roma dal Bangladesh
Non tutti i passeggeri sono rimasti a Roma, come dimostrano il focolaio di 11 casi scoppiato a Viareggio e la storia del 53enne fermato dalla Polizia ferroviaria a Termini il 7 luglio che abbiamo raccontato ieri e che dopo essere atterrato a Fiumicino è arrivato fino in Romagna prima di tornare nella Capitale (l’uomo, attualmente ricoverato all’Umberto I, sarà denunciato per violazione della quarantena):
Era arrivato in Italia col volo del 23 giugno. Positivo al Covid, ha violato la quarantena fiduciaria in un comune del Ravennate «per andare a cercare un lavoro». Il suo itinerario, durato 5 giorni, è ancora da accertare. «Siamo preoccupati», spiega a Repubblica il dottor Antonio Miglietta del Dipartimento malattie infettive della Asl Roma 2, dove i positivi nella comunità del Bangladesh, nel frattempo, sono saliti a 70. «Il contagio “da importazione” sta prendendo una piega troppo grande». Con una mail alle associazioni islamiche romane, Miglietta ha invitato gli imam a tenere chiuse oggi «le moschee frequentate dalla comunità del Bangladesh».
L’uomo è atterrato il 23 giugno all’aeroporto di Fiumicino dopo un volo dal Bangladesh. Alle autorità sanitarie dell’aeroporto, che gli hanno ricordato che doveva rispettare comunque una quarantena di due settimane perché era tornato da un paese extra Ue, aveva spiegato che lo avrebbe fatto, ma nella sua destinazione finale, che è Milano Marittima, comune di Cervia, provincia di Ravenna. Il Messaggero spiega:
Secondo ciò che trapela dalla Romagna, non lavora nel settore degli alberghi o della ristorazione come fanno molti suoi connazionali nella riviera adriatica, ma in un’azienda agricola, a un paio di chilometri dalla casa in cui è ospitato. Dopo qualche giorno, l’Ausl Romagna decide di effettuare il tampone, anche se è asintomatico: è una scelta prudenziale, perché così come è successo a Roma, anche in Romagna ci sono stati molti casi di importazione, persone risultate positive dopo il rientro dall’estero.
Quando arriva il responso, emerge che anche lui è infetto. Non ha ancora i sintomi, per cui i medici gli dicono che può restare a casa, ma deve restare isolato e non avere contatti con l’esterno. Spiegano dall’Ausl (l’equivalente delle Asl nel Lazio) della Romagna: «Risulta che il paziente si sia allontanato dalla propria residenza il 7 luglio; l’Igiene Pubblica ha subito attivato le Forze dell’Ordine per la ricerca. Il paziente è stato quindi individuato a Roma».
In treno positivo e con la tosse: denunciato dopo il viaggio
Secondo quanto ha raccontato, per raggiungere la Capitale ha utilizzato due treni regionali veloci, passando per Falconara, in provincia di Ancona. Perché non ha scelto la tratta più rapida, andando a Bologna dove poteva prendere un treno dell’alta velocità? Probabilmente per risparmiare denaro, visto che le tariffe sui regionali sono meno care, ma sono anche meno rigorose le misure di distanziamento:
Durante il viaggio lungo la costa adriatica e poi da Falconara a Roma, probabilmente ha incrociato centinaia di persone. Eppure, aveva già i sintomi, visto che quando gli agenti della vigilanza privata (che poi hanno allertato anche la Polfer), lo hanno fermato alla stazione Termini di Roma, si sono accorti che non stava bene e hanno subito chiamato un’ambulanza. Secondo alcuni testimoni, durante il viaggio l’uomo ha usato la mascherina: è importante e va sempre fatto, ma non garantisce che non abbia contagiato nessuno nel corso delle sei-sette ore impiegate per spostarsi da Milano Marittima fino alla stazione Termini.
A bloccarlo, già febbricitante e con tosse, è stata una guardia giurata che ha allertato la Polfer della stazione Termini. Sottoposto a tampone all’Umberto I, è risultato positivo al Covid e dai successivi accertamenti è emerso che il 53enne, arrivato da Dacca a Fiumicino il 23 giugno scorso, era consapevole di essere positivo ma ha comunque infranto la quarantena. Al momento del suo arrivo a Termini indossava una mascherina.