Il pasticcio del “respingimento sanitario” dei 135 bengalesi sull’aereo in arrivo a Fiumicino da Doha

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-07-08

Oggi il primo caso di tentativo di aggiramento dell’embargo dei voli dal Bangladesh: un aereo di Qatar Airways con 135 bengalesi a bordo è stato bloccato all’aeroporto e verrà rispedito a Doha. Ma vediamo perché questo è un bel pasticcio che il governo avrebbe dovuto facilmente prevedere

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Da circa un’ora è atterrato a Fiumicino un aereo della Qatar Airways proveniente da Doha con cittadini del Bangladesh a bordo. Perché da Doha? Perché, come era facilmente prevedibile, dopo lo stop ai voli dal Bangladesh per il rischio focolai da Coronavirus, c’è chi si è organizzato per aggirare l’embargo facendo scalo in un altro aeroporto.

Il “respingimento sanitario” dei 135 bengalesi sull’aereo in arrivo a Fiumicino da Doha

Per questo stamattina l’Unità di Crisi Covid della Regione Lazio ha lanciato l’allarme per il volo in arrivo a Fiumicino dal Qatar con a bordo “135 passeggeri ‘indiretti’ ovvero originati da Dacca (Bangladesh), sostenendo che “Questi secondo la disposizione non dovrebbero sbarcare a Fiumicino”. E per questo l’assessore al Welfare della Regione Lazio Alessio D’Amato è stato categorico: Sul volo ci risulta che vi siano 135 passeggeri che si possono definire ‘indiretti’ ovvero originati da Dacca (Bangladesh). Questi secondo la disposizione non dovrebbero sbarcare a Fiumicino. E’ necessario che Enac emetta una indicazione operativa chiara alle linee aeree affinché non imbarchino, per il tempo stabilito dalla massima autorità sanitaria del Paese, questi passeggeri”. “Comunque le nostre squadre di medici e infermieri sono già sul posto, ma dico con estrema chiarezza che non si può scaricare sul solo nostro servizio sanitario regionale questo onere, peraltro senza alcun tipo di programmazione. Occorrono delle regole ferree e chiare, basta fare lo scarica barile, se vogliamo a monte rafforzare la sorveglianza sanitaria ed impedire rischi effettivi di ritorno. Roma non può sostenere questa pressione. Auspico che vengano assunte decisioni che vadano in tal senso nelle prossime ore”.

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C’è però un dettaglio che si intuisce tra le righe. Ovvero che non c’è nessuna disposizione che impedisca lo sbarco di cittadini del Bangladesh da qualunque luogo essi provengano. Il divieto di Speranza vale solo per gli aerei provenienti dal Bangladesh e non è stato disposto in base alla nazionalità. E infatti nella replica di Qatar Airways affidata all’AdnKronos si dice esattamente questo:

Qatar Airways “segue scrupolosamente tutte le normative stabilite dal governo italiano e dall’Enac”. Le fonti sottolineano che, per motivi di privacy, la Qatar Airways non prevede la diffusione di informazioni relative all’identità o alla nazionalità dei passeggeri presenti sui suoi voli.

In quelle tre righe di Qatar Airways si sottolinea in primo luogo che il governo italiano non poteva certo sapere da stamattina chi c’era nell’aereo (o meglio: che la compagnia non glielo ha detto, per lo meno ufficialmente…). E in secondo luogo che Qatar Airways non ha violato alcuna norma. È l’Italia che non ha fatto il suo.

Il curioso caso del respingimento dei bengalesi a Fiumicino

Ora, attenzione. Il sindaco di Fiumicino Esterino Montino, che evidentemente ha mangiato la foglia, su Facebook ha strigliato il governo: “Esattamente come avevamo previsto ieri, il problema della triangolazione non è risolto. Un volo dal Bangladesh è stato diviso in due e metà dei passeggeri sbarcheranno a Milano. Questa è una presa in giro su cui non intendiamo soprassedere. Pretendo dai ministeri competenti che impongano all’aereo di ritornare indietro senza fare scendere i passeggeri. Non è accettabile che si rischi di trasformare Fiumicino in un gigantesco focolaio. Abbiano il coraggio di prendere decisioni serie e nette e di portarle fino in fondo”.

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Intanto sempre l’AdnKronos scrive che la Polaria (ovvero la polizia di frontiera aerea) potrebbe emettere a breve un provvedimento di “respingimento per motivi sanitari” dei 135 passeggeri bengalesi a bordo del volo Qatar Airways atterrato al terminal 5 di Fiumicino. Ma la parte divertente è che i passeggeri bengalesi, a quanto apprende sempre l’Adnkronos, in seguito al provvedimento di respingimento alla frontiera per motivi sanitari emesso dal ministero dell’Interno ed eseguito dalla Polaria, verranno trattenuti in aereo fino alle 16, quando il volo ripartirà, mentre le persone di altra nazionalità verranno fatte sbarcare: per i cittadini extra Ue scatterà la quarantena obbligatoria di 15 giorni. E qui un epidemiologo di strada potrebbe porsi, e porre al governo, una serie di domanda. Siccome il virus non è razzista, SE anche soltanto alcuni di quei 135 sono infetti e sono rimasti in aereo per ore con gli altri passeggeri, questo significa che anche loro sono a rischio contagio. In più il test del tampone difficilmente rileva la positività a poche ore dall’infezione. E allora perché soltanto i cittadini extra UE dovranno andare in quarantena quindici giorni? Ancora: appurato che, come dice il sindaco di Fiumicino, il problema si riproporrà al prossimo volo con cittadini del Bangladesh a bordo, quando il governo avrà il coraggio di prendere decisioni serie invece di inventarsi i “respingimenti sanitari”?

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