Zanzara tigre, le 71 zone a rischio Chikungunya a Roma

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-22

Da Tor Sapienza a Pineta Sacchetti, i casi. La mappa degli interventi mai comunicata dal Campidoglio per ragioni di privacy. A San Giovanni soltanto una strada bonificata

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Sono 71 le zone di Roma a rischio Chikungunya mentre salgono a 19 i casi confermati nella Capitale e a 92 quelli complessivi nel Lazio per l’infezione che passa dalle zanzare tigre. La mappa delle zone si estende a Nord dalla Pineta Sacchetti e arriva a Sud fino al fosso del Vallerano: comprende la zona Sud-Est (Eur, Tor Marancia, Collatina e Anagnina). Oggi il Messaggero pubblica un riepilogo delle zone a rischio in un’infografica.

Zanzara tigre, le 71 zone a rischio Chikungunya a Roma

Nel Lazio si sono registrati 6 nuovi casi di Chikungunya, di cui 3 ad Anzio e 3 a Roma. Ad oggi al Servizio Regionale di Sorveglianza Malattie Infettive (Seresmi) “sono pervenute un totale di 92 notifiche di casi di Chikungunya. Dunque 6 casi in più rispetto all’ultima rilevazione effettuata nella giornata di ieri mercoledì 20 settembre. Di questi 6 nuovi casi 3 sono residenti o hanno riportato un soggiorno nel comune di Anzio nei 15 giorni precedenti l’esordio dei sintomi. I restanti 3 nuovi casi sono residenti nel comune di Roma e non hanno collegamenti con Anzio“, fa sapere in una nota la Regione Lazio.

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Zanzara Tigre, le 71 zone a rischio Chikungunya a Roma (Il Messaggero, 22 settembre 2017)

“Ribadiamo – prosegue la nota – che in aree dove si segnalano casi autoctoni singoli o focolai epidemici autoctoni (2 o più casi) scattano le misure di disinfestazione previste dal Piano nazionale di Sorveglianza 2017 del Ministero della Salute ovvero trattamenti su suolo pubblico e privato, trattamenti adulticidi con prodotti abbattenti, trattamenti dei focolai larvali, replica di tutti gli interventi in caso di pioggia, ripetere l’intero ciclo dopo la prima settimana”.

Il giallo delle disinfestazioni

Dal monitoraggio effettuato su 15 aree, racconta ancora il Messaggero, solo sei risultano bonificate di cui tre nella stessa via. La mappa degli interventi non è stata mai comunicata dal Campidoglio per “motivi di privacy e allarmismo”. Sono quasi cinquanta le aree a rischio soltanto nella ASLRM2, dove sono state bloccate le trasfusioni di sangue: nella lista c’è il X Municipio (ASLRM3), Montesacro, Prati Fiscali, Pineta Sacchetti e Aurelia. L’ordinanza della sindaca che dava il via alle disinfestazioni anche nei condomini è stata firmata soltanto il 13 settembre, mentre ASLRM2 aveva segnalato un caso a Vigna Murata e un altro a Ostia il 7. Subito dopo è arrivata anche Tor Marancia. Poi è arrivato San Giovanni, di seguito Cinecittà, Anagnina e la zona della Romanina. A Est si arriva a La Rustica, a Pietralata e a Collatina.

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Chikungunya: come si trasmette e come si cura (Corriere della Sera, 14 settembre 2017)

Ieri intanto è scoppiata l’ennesima polemica tra governo e Campidoglio. “Non si può negare che nella Capitale esista un problema di igiene. Topi, blatte, zanzare, gabbiani, cinghiali in città sono un problema che va affrontato. Direi che manca la programmazione”, ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a margine della conferenza stampa sui fondi per interventi di edilizia sanitaria e progetti di ricerca. “Il ministero fa attività di controllo e monitoraggio, con il Commissario avevamo avviato un progetto, spero che l’amministrazione attuale lo riprenda in mano”. Il ministro poi è tornato sui casi di chikungunya a Roma e nel Lazio ribadendo che non vi è alcun allarme sangue, anzi nessun allarme in generale: “l’importante e la disinfestazione poiché il vettore di questa malattia è la zanzara”. A stretto giro di posta è arrivata la risposta di Daniele Diaco, presidente della Commissione Ambiente: “Il ministro Lorenzin parla di mancanza di programmazione delle disinfestazioni da parte dell’Amministrazione capitolina. Lo fa senza alcuna cognizione di causa, come dimostrano i dati forniti dal Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale. Ad oggi, infatti, sono stati effettuati ben 1635 interventi, di cui 1320 riguardanti operazioni di derattizzazione e 315 relativi a disinfestazioni di blatte, formiche, vespe, zecche, acari e altre specie di insetti. Una mole di interventi considerevole, frutto di una programmazione attenta e certosina e per i quali sono stati stanziati all’incirca 170 mila euro”.

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