Zangrillo, Lopalco e il contagiato che non va confuso con il malato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-14

In un intervento a In Onda che risale al 12 agosto il professore del San Raffaele Alberto Zangrillo aveva fatto un distinguo tra contagiati e malati a proposito del bollettino della Protezione Civile: oggi Lopalco spiega

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In un intervento a In Onda che risale al 12 agosto il professore del San Raffaele Alberto Zangrillo aveva fatto un distinguo tra contagiati e malati a proposito del bollettino della Protezione Civile: “Le notizie relative ai contagi degli ultimi giorni sono “la conferma di quello che ho detto il 28 aprile, quando appena usciti dalla fase più drammatica dell’epidemia dissi che dovevamo imparare a convivere col virus. Essere contagiati non significa essere malati”. “Fa bene il governo ad adottare con le regioni tutte le norme per cercare di identificare precocemente i contagiati. Non dobbiamo però confondere il contagiato con il malato. Il contagiato ha un’evidenza sierologica per cui è venuto a contatto con un virus e nel 99% dei casi non manifesta una sintomatologia clinica. Ci sono appuntamenti che potrebbero creare disagio e preoccupazione, come la riapertura delle scuole, ma non dobbiamo creare confusione: essere contagiati non significa essere malati, non ha alcun significato dal punto di vista clinico-sanitario”, aveva concluso. Oggi su Facebook a precisare come stanno realmente le cose c’è l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco:

Facciamo chiarezza:
Un soggetto positivo al virus ma che non esprime sintomi di malattia è tecnicamente un portatore (li abbiamo sempre chiamati asintomatici, ma il termine corretto è questo).

Il portatore può essere un soggetto in incubazione, che dunque diventerà un malato nel giro di qualche giorno o anche un portatore del tutto sano, cioè che ha sviluppato un’infezione inapparente e non avrà mai sintomi.

I portatori sono soggetti contagiosi, più o meno a seconda della carica virale che riescono ad esprimere.

I portatori in incubazione svilupperanno la malattia. L’espressione clinica di questa malattia sarà diversa a seconda della età e delle condizioni fisiche del soggetto.

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Essersi contagiati, dunque, non è certo una bella notizia. Innanzi tutto perché, comunque vada, chi è portatore favorisce la circolazione del virus. Inoltre perché il fatto di sviluppare sintomi di più o meno elevata gravità è solo questione di probabilità: sono giovane e sano? Ho una probabilità bassa (non NULLA!) di avere una forma grave. Sono anziano oppure con problemi concomitanti? La probabilità aumenta.

In questi giorni assistiamo ad un aumento preoccupante di positivi. Man mano che aumenteranno i “contagiati” aumenteranno proporzionalmente i casi più gravi e quindi progressivamente anche i ricoveri. E’ la matematica del virus e non possiamo farci niente.

Anzi qualcosa possiamo farci: evitare di diventare dei semplici contagiati.

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