Welcome to Favelas e la caccia di Facebook alle pagine di "black humor"

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-09-01

Stanchi delle segnalazioni, delle pagine e dei gruppi cancellati quelli di Welcome to Favelas hanno avuto un’idea geniale: un social network con black jack e squillo di lusso per scappare da Selvaggia Lucarelli, Anzi, senza black jack, senza squillo di lusso e con tante magliette paxxerelle e adesivi simpatici!1

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Vi ricordate di quando gli admin della Fabbrica del Degrado volevano fare causa a Facebook e a Mark Zuckerberg perché aveva cancellato le loro pagine “facendogli perdere molti soldi”? Sono passati sei mesi, la pagina è stata chiusa altre volte e non risulta che il signor Zuckerberg sia stato chiamato a processo o che abbia dovuto staccare un cospicuo assegno agli organizzatori di eventi in discoteche o venditori di magliette. Ma forse non ce ne sarà più nemmeno bisogno, perché gli amministratori di un’altra delle pagine di “black humor” dell’Internet italico – Welcome to Favelas – hanno avuto un’idea ancora migliore. Creare il proprio social network, senza segnalatori e soprattutto senza Selvaggia Lucarelli.

Welcome to Favelas scappa da Facebook (e da Selvaggia Lucarelli)

Qualche giorno fa Facebook ha deciso di cancellare per l’ennesima volta le pagine Sesso Droga e Pastorizia e Welcome to Favelas. Non solo: sono stati anche eliminati i gruppi collegati alle due pagine, ovvero Beverly Hills 90210 (il nuovo Pastorizia Never Dies) e il gruppo “Psicologia Applicata – Il gruppo”. Non che la cosa abbia comportato grandi sconvolgimenti nell’ambiente. Le pagine sono tornate online in poche ore e i gruppi segreti pure. Ad esempio Pastorizia ora si chiama solo S.D.P. e il nuovo gruppo è SDP Group 90210. Chi credeva che Facebook eliminasse i gruppi semplicemente cercando il loro nome è rimasto deluso. L’astutissima mossa di cambiare il nome ai gruppi è servita al massimo a confondere gli utenti.
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Il 31 agosto sul Fatto Selvaggia Lucarelli ha denunciato come sul gruppo chiuso di Welcome to Favelas fossero state condivise le foto delle gambe della donna uccisa a Roma e gettata a pezzi nei cassonetti. Immagini che non solo per la policy del social network non dovrebbero essere postate ma che mostrano che il cosiddetto black humor dietro il quale si nascondo molti dei sostenitori di WtF e SDP non è altro che mancanza di rispetto per gli altri. Non che in passato non ci fossero stati altri esempi di comportamenti simili. Basti pensare alla diffusione delle immagini rubate finite nelle varie versioni della Bibbia con il conseguente slut shaming nei confronti delle ragazzine che si sono trovate esposte – con tanto di nome e cognome – al pubblico ludibrio. Poi abbiamo avuto il caso di Tiziana Cantone i cui video hanno circolato per mesi nei gruppi “segreti” di Welcome to Favelas.
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Per tacere ovviamente della diffusione delle foto rubate a Diletta Leotta, che è avvenuta non solo su WhatsApp ma anche “in chiaro” nei post dei vari gruppi e gruppetti di circle jerk virtuali. Il terrore per la giornalista del Fatto Quotidiano si diffonde anche in altri gruppi coinvolti nel caso della Bibbia e simpatizzanti di Sesso, Droga e Pastorizia. Su #acazzoduro (gruppo collegato alla pagina Senza futuro ma a cazzo duro) è stato ad esempio fatto divieto di nominare “la signora Selvaggia” hanno deciso di oscurare il gruppo per evitare segnalazioni e per paura “in caso di caduta” di trovarsi senza il sostegno dei colleghi. Due giorni fa la Lucarelli dalle pagine del Fatto aveva chiesto di “fermare gli orchi del Web”. A quanto pare l’hanno presa in parola.

L’ideona di Welcome to Favelas: creare un nuovo social network

Se c’è una cosa che Welcome to Favelas e affini sanno fare con costanza e meticolosità svizzera è quella di sopravvalutare le proprie forze. Ad esempio ritengono che la mole di traffico generata dalle loro pagine sia enorme e che possa generare ritorni economici stratosferici perché sono sicuri che il loro genere sia “quello più capace di coinvolgere utenti giovani in Italia”. Insomma gli admin di Pastorizia, Fabbrica del Degrado, Favelas e Acazzoduro sono seduti su una miniera d’oro.
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Addirittura le pagine avevano “decine di milioni di utenti attivi a settimana“. Il che è curioso perché al picco della loro fama non arrivavano al milione di like ciascuna. E non si possono nemmeno sommare gli utenti, perché la fan base è sostanzialmente la stessa (ovvero chi mette like a Pastorizia lo fa anche a Favelas e così via). Ecco quindi la soluzione: abbandonare Facebook e le sue regole e aprire un nuovo social netowork. Ed è incredibile che un gruppo di venditori di adesivi e di magliette, assiduo frequentatore delle convention di tatuaggi, non ci abbia pensato prima. Forse è perché gli imprenditori del Facebook “dei giovani” sono – come ha rivelato la Lucarelli – in parte pregiudicati? È possibile.

Quale futuro per Welcome to Favelas?

Welcome to Favelas ha quindi maturato la decisione di reinventare la ruota. E quindi finalmente quei contenuti tanto cari alla fan base delle pagine torneranno da dove sono venuti. Forse non tutti sanno che esistono milioni di siti porno, di gore o di cose buffe e meme dove si trova la stragrande maggioranza dei contenuti che queste pagine Facebook postano per accrescere la loro popolarità. Ci sono siti come 4chan che da dieci anni fanno con più stile quello che gli admin di WtF fanno da un paio d’anni al massimo senza un briciolo di autoironia.
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E 4Chan ha notoriamente un grosso problema: trovare inserzionisti disposti a pagare per continuare al sito di esistere (perché lo spazio Internet non è gratis). Ce li vedete quelli della Ceres (o qualche altro marchio famoso) a comprare spazi pubblicitari su un sito gestito da gente che smercia foto di ragazzine minorenni? Io no.
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Un’altra soluzione potrebbe essere quella “scoperta” dagli admin di un altro di questi gruppi-fogna. Su Brigata Togliatti hanno pensato che gli utenti possono aver accesso illimitato ai contenuti di un gruppo denominato “Brigata Togliatti Elite” pagando la modica cifra di 10 euro. Dieci euro per vedere video come quelli della Cantone o scaricati direttamente da PornHub (dove sono gratis!). Non è geniale? Ah e non dimenticatevi di fornire i vostri dati personali (nemmeno il malvaggio Zuckerberg vi chiede l’indirizzo di casa) e comprare 10 adesivi del gruppo!
 

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