Viviana Parisi ha visto qualcosa che non doveva vedere? La pista della mafia dei pascoli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-18

Il supertestimone che ha visto Viviana Parisi e Gioele prima della scomparsa ha anche spiegato che la dj andava in una direzione diversa rispetto al luogo in cui è stato ritrovato il suo corpo. Non verso il mare ma verso la montagna. Una zona controllata dalla mafia dei pascoli

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Un turista, testimone dell’incidente che Viviana Parisi ha avuto con la sua auto prima della scomparsa, ieri ha confermato che il piccolo Gioele era vivo quando la donna ha lasciato la strada per inoltrarsi nella boscaglia. Ma ha anche spiegato che la dj andava in una direzione diversa rispetto al luogo in cui è stato ritrovato il suo corpo. Non verso il mare ma verso la montagna. Una zona controllata dalla mafia dei pascoli.

Viviana Parisi ha visto qualcosa che non doveva vedere? La pista della mafia dei pascoli

Il supertestimone è un turista, un imprenditore lombardo che domenica si è presentato spontaneamente al Commissariato della sua città dopo aver ascoltato l’appello lanciato dal procuratore di Patti Angelo Cavallo. L’uomo ha raccontato di essere appena tornato dalle ferie in Sicilia e di non sentirsi sicuro di essere lui la persona destinataria dell’appello degli inquirenti, motivo che ha ritardato il suo intervento. E ha fornito dei dettagli molto importanti. Come ad esempio il fatto che Gioele dopo l’incidente fosse vivo, come spiega il Corriere della Sera: «Gioele era vivo, non era ferito, stava in braccio alla madre, in posizione verticale come se lei volesse proteggerlo. La testa appoggiata sulla sua spalla destra, gli occhi ben aperti». Cosa è successo a Gioele? Repubblica spiega che nessuna ipotesi viene scartata:

«Non escludiamo alcuna ipotesi — dice il procuratore dopo un vertice di due ore con la polizia — ad esempio, l’incidente dopo la fuga nei campi, magari per una caduta accidentale. Oppure, un incontro sfortunato con persone che possono avere tentato di aggredire la donna a scopo sessuale. Oppure, ancora, un’aggressione da parte di animali selvatici, anche se a quest’ultima ipotesi non credo molto». C’è un’altra ipotesi, che il procuratore non cita esplicitamente. Abbassa anche il tono della voce quando dice: «Aveva un disagio questa donna, un malessere interiore. In letteratura, vengono descritti casi di madri che uccidono i figli perché ritengono di proteggerli così dal mondo che li circonda». Viviana aveva sofferto molto durante il lockdown, era seguita da uno specialista. E arriviamo all’ipotesi che al momento è in cima alle verifiche dei pm: la madre che uccide il piccolo Gioele e poi si suicida, lanciandosi dal traliccio.

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Il luogo del ritrovamento del corpo di Viviana Parisi (La Stampa, 17 agosto 2020)

Ma c’è un’altra pista che arriva proprio dal racconto del supertestimone. Viviana prima di scomparire si è diretta verso la montagna, un luogo in cui si trova un uomo ritenuto vicino al clan dei Tortoriciani, visitato dalla polizia. La mafia dei pascoli ha un ruolo nella scomparsa della donna e di Gioele? Ecco le parole del testimone:

«La donna, che aveva un atteggiamento protettivo verso il bimbo, andava a passo spedito. Le ho chiesto se aveva bisogno di qualcosa, ma ha cominciato a camminare lungo un viottolo, l’ho seguita, ma poi c’erano dei rovi, mi sono fermato»

Intanto proseguono nel Messinese, per il 15esimo giorno, le ricerche di Gioele. Anche oggi circa 70 persone, tra Vigili del fuoco, Protezione civile, Forestale, Polizia, Guardia di finanza e militari del Nucleo cacciatori dei Carabinieri e cani specializzati, stanno ‘battendo’ la fitta boscaglia della zona dove è stato trovato il corpo della donna controllando anche pozzi, fontane abbeveratoi e casolari. Anche i familiari di Gioele proseguono la loro ispezione dei boschi di Caronia aiutati da amici. Ieri i genitori di Viviana hanno chiesto al procuratore di Patti, Angelo Cavallo, di potere effettuare ricerche in modo autonomo.

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