Vissani dice che dobbiamo capire i ristoratori che “discriminano” chi ha il Green Pass

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-24

Negli ultimi giorni è emersa, dalle testimonianze di molti clienti, questa tendenza nei locali: chi ha la certificazione verde è “costretto” a pranzare o cenare al chiuso perché i posti all’aperto sono per chi è privo di green pass

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Il paradosso è servito, con tanto di menù alla carta. Una verticale di discriminazione, così l’hanno definita moltissimi clienti che si sono trovati “costretti” a pranzare o cenare al chiuso a causa del loro “Green Pass”. Molti – non tutti – i ristoratori, infatti, stanno riservando i loro tavoli all’aperto alle persone prive di certificazione verde, obbligando chi invece si è vaccinato (o ha superato la malattia, o si è sottoposto a un tampone – negativo – nelle precedenti 48 ore) a sedere all’interno dei locali. E lo chef Gianfranco Vissani, mai tenero fin dall’Era Conte con il governo, giustifica i suoi colleghi e attacca anche l’esecutivo guidato da Mario Draghi.

Vissani giustifica i ristoratori che “discriminano” i clienti col Green Pass

“I ristoratori devono essere compresi – ha detto Vissani intervista da IlGusto, La Repubblica -. Il governo ce l’ha con il nostro settore. Tutte queste regole e poi nessuna chiarezza. Tanto poi a settembre ci richiuderanno, è sicuro. Per questo anche se non dico che hanno fatto bene, perché hanno sbagliato, comprendo i ristoratori che hanno fatto mangiare dentro chi ha il Green Pass e fuori chi non lo ha. Per cercare di recuperare qualche coperto”.

Lo chef, proprietario del ristorante Casa Vissani in provincia di Terni, sottolinea come il prossimo autunno – secondo lui – per gli imprenditori del settore ristorazione arriverà un altro periodo molto negativo. Per questo motivo i clienti con il Green Pass dovrebbero evitare le polemiche e accettare questa situazione: “La clientela dovrebbe capire e cercare di andare incontro a chi non ha lavorato per tanto tempo. Almeno per queste settimane. Non voglio difendere chi ha obbligato a sedersi in un tavolo all’interno, ma posso comprendere”. E poi insiste con la sua battaglia, che porta avanti da tempo, che si basa su una tesi: lo Stato ce l’ha con i ristoratori.

(foto IPP /Silvia Lorè)

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