Virginia Raggi e i rifiuti di Roma da portare in Umbria e nel Lazio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-08-11

I sindaci di Orvieto e Cassino si oppongono al progetto del Campidoglio di usare gli impianti ACEA nelle loro zone per smaltire la monnezza romana

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«Non autorizzeremo mai in nessun modo l’arrivo nella nostra discarica di rifiuti di qualsiasi altro territorio e meno che mai da parte della capitale d’Italia. Il sindaco Raggi deve rivedere immediatamente la sua strategia e la sua politica per quanto riguarda i rifiuti»: il tono del sindaco di Orvieto Giuseppe Germani è piuttosto perentorio: si riferisce all’ipotesi, prospettata ieri dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, di inserire gli impianti della città umbra tra quelli dove trasferire i rifiuti della Capitale.

Virginia Raggi e i rifiuti di Roma da portare a Orvieto

Germani apprende “con stupore” che Raggi “vorrebbe risolvere i propri problemi scaricando su altre città e altri territori i propri rifiuti e proponendo la soluzione più antica del mondo cioè quella di smaltire i rifiuti in discarica. Se questo è il nuovo che avanza abbiamo di che preoccuparci”. Germani sollecita quindi la sindaca di Roma a “rivedere immediatamente la sua strategia e la sua politica per quanto riguarda i rifiuti” e si augura “che il Movimento di cui lei fa parte a tutti i livelli prenda immediatamente le distanze da una simile dichiarazione, se realmente formulata in Consiglio comunale a Roma”. E anche il sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro si oppone: «In merito alle dichiarazioni del sindaco di Roma, Virginia Raggi è il caso di evidenziare che il territorio di Cassino e del Lazio Meridionale, a livello ambientale, ormai da anni subisce situazioni di grave disagio. Pertanto, condivido pienamente l’analisi del senatore, Francesco Maria Giro e dal consigliere regionale di Forza Italia, Mario Abbruzzese, sul fatto che l’emergenza rifiuti della Capitale non debba ricadere, per forza di cose, su altri territori come, ad esempio, il nostro. Pertanto, raccogliendo l’invito degli autorevoli esponenti azzurri, sono pronto a confrontarmi con i Sindaci del territorio per mettere in campo tutte le azioni, anche le più estreme, necessarie ad impedire il conferimento di ulteriori rifiuti nel termovalorizzatore di Acea a San Vittore del Lazio». Ma cosa aveva detto la sindaca della Capitale? Durante il suo ultimo intervento in Aula la Raggi aveva dettato una serie di obiettivi per punti per arrivare entro dicembre 2016 a un progetto impiantistico, funzionale al programma del M5S verso i rifiuti zero.

Il piano di Virginia Raggi verso il rifiuti zero

Tra i punti esposti c’era “l’ampliamento della platea dei siti finali per il recupero e lo smaltimento assicurando e garantendo più capacità di conferimento, in grado di prevenire ogni possibile inibizione dei conferimenti Ama causa guasto o altra natura”. E poi la frase che ha fatto arrabbiare i sindaci: “Stante i contratti in essere si chiede priorità di conferimento rispetto a terzi che già conferiscono verso impianti Acea già esistenti (S. Vittore e Aprilia -Orvieto – Terni) incardinati sull’inderogabile principio comunitario di prossimitàe validazione operativa del 51% di proprietà comunale”. La Raggi ha continuato proponendo una “immediata redazione dei necessari accordi regionali dove necessari” e un “presidio permanente di personale Anac preposto alla vigilanza e validazione degli atti necessari”. Ma c’è un problema, appunto: gli impianti sono proprietà di Acea, di cui il comune di Roma è azionista di maggioranza. L’assessore all’Ambiente dell’Umbria Fernanda Cecchini precisa però che “i rifiuti provenienti da altre regioni possono essere conferiti in discariche fuori dal territorio di provenienza solo con il raggiungimento di un’intesa tra le Regioni interessate. Pertanto, per utilizzare l’impianto di Orvieto, occorrerebbe un’intesa tra la Regione Umbria e la Regione Lazio. In ogni caso, l’Umbria, sin da ora, dichiara la completa indisponibilità ad accogliere i rifiuti di Roma, visto che il nostro obiettivo è garantire la durata più lunga possibile alle discariche dell’Umbria che dovranno lavorare esclusivamente al servizio della nostra comunità”. Per l’assessore, è comunque “bizzarro” che “per risolvere un’emergenza di un territorio che conta cinque milioni di abitanti, si chieda di utilizzare impianti di una regione che ne conta 900 mila, come appunto l’Umbria”.

La risposta di Catiuscia Marini

“Ma che siamo su ‘Scherzi a parte?'”, si chiede la presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, in un post sulla sua pagina Facebook. “Attendo dichiarazioni – dice ancora la presidente – dei 5 stelle umbri in merito ad Orvieto e Terni. Ovviamente spero che la notizia sia infondata altrimenti – conclude Marini – mi trovano, questa volta, ai posti di combattimento”.
catiuscia marini

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