Il 40enne morto in ospedale a Perugia con un ago nei polmoni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-02

Il 40enne doveva sottoporsi a un intervento al setto nasale. Ma poco prima dell’operazione aveva denunciato problemi respiratori. Poi la scoperta di quel pezzo di metallo e la morte dopo alcuni giorni in rianimazione

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La cause della morte di Vincenzo Bosco saranno evidenziate dall’esame autoptico in programma il prossimo 5 maggio. Nel frattempo, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati – come atto dovuto, in questi casi – sei membri del personale medico dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Il 40enne, infatti, era entrato nel nosocomio lo scorso 22 aprile per sottoporsi a un intervento chirurgico (programmato) al setto nasale. Poi, poco prima dell’operazione, quei problemi respiratori e la tac che ha evidenziato la presenza di un ago (sottile, lungo circa due centimetri) conficcato nel polmone.

Vincenzo Bosco, l’uomo morto in ospedale a Perugia con un ago nel polmone

Le indagini e l’autopsia dovranno chiarire le cause della morte dell’uomo. Una volta arrivato in ospedale per sottoporsi a quell’intervento in regime di day surgery (cioè un intervento senza ricovero, se non per il tempo dell’operazione), il 40enne originario di Nocera Umbra aveva evidenziato diversi problemi respiratori e il livello di saturazione del sangue era sotto la norma dopo l’anestesia. Quell’operazione, dunque, non è mai iniziata. I medici del nosocomio perugino, infatti, hanno rimandato il tutto in attesa di verifiche ed esami strumentali per comprendere l’origine del problema. Prima una lastra, poi la TAC.

E con quegli esami, come riporta il quotidiano La Repubblica, è stata evidenziata la presenza di quell’ago – molto simile a quelli utilizzati per le iniezioni di insulina – che aveva bucato uno dei due polmoni, compromettendone il corretto funzionamento. Per questo motivo Vincenzo Bosco è stato spostato dal reparto di otorinolaringoiatria a quello di terapia intensiva dopo esser stato sottoposto a quell’intervento per la rimozione di quell’ago. Fino a giovedì scorso, quando si è spento nel letto del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Perugia a causa di alcune complicazioni sopraggiunte nei quattro giorni successivi all’intervento.

In attesa dell’autopsia, la Procura ha aperto un’indagine che vede coinvolti sei membri del personale medico che si sono occupati della degenza e delle analisi effettuate sul 40enne di Nocera Umbra. Si tratta di 2 infermiere, 2 anestesisti e 2 otorinolaringoiatri (un paio di loro sono specializzandi). La loro iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto, come sempre accade in casi simili. E le indagini (oltre all’esame autoptico) dovrebbero aiutare a capire se ci sia stato un comportamento errato da parte dei dipendenti del nosocomio perugino. Inoltre, gli inquirenti dovranno capire come quell’ago da insulina sia finito all’interno dei polmoni della vittima e, soprattutto, se il tutto sia avvenuto prima della sua entrata in ospedale per quell’operazione al setto nasale.

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