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Le ossa ritrovate a Villa Moglia e la presunta pista del satanismo

neXtQuotidiano 30/07/2019

Due “ricercatori” ormai da due anni vengono spesso a Villa Moglia. E dicono di aver sentito “una voce”

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La Stampa racconta oggi una storia che riguarda Villa Moglia, una dimora del Settecento, disabitata ormai da più di vent’anni, alle porte di Chieri tra le colline verso Pecetto e Pino Torinese. È conosciuta, scrive il quotidiano, come la «villa dei misteri», teatro di riti satanici e messe nere, anche se in realtà qualunque zona d’Italia ha una “villa dei misteri” dove è accaduto qualcosa che però non si sa etc.

L’ultimo giallo è di questi giorni: uno studioso di fenomeni paranormali Daniele Lionello, 58 anni, e la moglie Nicoletta Branco, 42 anni, sensitiva, che vivono in Val di Susa, hanno denunciato di aver scoperto delle ossa umane in una buca nel pavimento di un sotterraneo. Hanno chiamato i carabinieri e i militari del nucleo operativo di Chieri hanno prelevato otto frammenti di ossa, mettendo anche sotto sequestro l’edificio. Il magistrato ora indicherà un perito che dovrà esaminare i reperti e stabilire se si tratta effettivamente di ossa umane.

I due studiosi non hanno dubbi: «Quel pomeriggio c’era con noi un paramedico del 118, lui sostiene che si tratti di frammenti della scatola cranica e di una rotula». Le ossa erano in una buca nel pavimento: «Lo scavo era parzialmente ricoperto, molto materiale era ancora vicino al buco». Come se qualcuno avesse interrotto l’operazione di occultamento. «Chissà – dice Lionello – quella villa è piena di voci, i muri parlano. Noi abbiamo apparecchiature sofisticate con le quali le abbiamo registrate».

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Una foto di Villa Moglia scattata dal team PPI (Paranormal Photography Investigation)

I due “ricercatori”, con altri appassionati che si confrontano sulla pagina Facebook del Ppi (Paranormal Photography Investigation), ormai da due anni vengono
spesso a Villa Moglia. E dicono di aver sentito “una voce”:

La voce avrebbe anche dato indicazioni precise sull’«età» delle ossa: «Ci ha detto, in francese, che sono lì da dieci anni». Ora saranno gli accertamenti della Procura a stabilire a quando risalgono i resti, sempre che siano di origine umana. Ma secondo la «sensitiva» valsusina apparterrebbero a una ragazza giovane, «presumibilmente di colore», sepolta in quell’angusto anfratto in seguito ad un brutto fatto di cronaca nera.

Il rischio è che succeda come in casi di cronaca di questi giorni: che le ossa riguardino altre epoche storiche. E che il satanismo, che come il nero sta bene su tutto, non c’entri nulla.

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