Lo spacciatore, il confidente, la rissa con gli americani: tutto quello che non torna nel caso del carabiniere ucciso

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-30

Se è indubbio che sia stato Elder Finnegan Lee a pugnalarlo undici volte, la dinamica dei fatti ha ancora punti oscuri. Perché Varriale non spara, mentre Cerciello Rega viene pugnalato da Elder? Come nasce la storia della caccia ai due maghrebini?

article-post

C’è ancora molto da chiarire nel caso dell’omicidio di Mario Cerciello Rega: se è indubbio che sia stato Elder Finnegan Lee a pugnalarlo undici volte provocandone la morte, tutto quello che ruota intorno al caso cominciato in Piazza Mastai e finito in via Pietro Cossa invece non è ancora chiaro anche dopo l’ordinanza di convalida del fermo dei due americani (l’altro è Gabriel Natale-Hjorth).

Tutto quello che non torna nel caso del carabiniere ucciso

Il primo punto è quello dei contatti tra Sergio Brugiatelli, Italo Pompei (lo spacciatore che ha venduto tachipirina invece di cocaina) e i carabinieri nella serata di giovedì scorso. Secondo l’ordinanza del GIP Chiara Gallo  Brugiatelli ha avuto almeno tre contatti con i carabinieri la notte in cui è stato ucciso il vicebrigadiere Cerciello Rega. E un’ora prima di chiamare il 112 è stato identificato da Andrea Varriale, che poi lo accompagnerà assieme al collega di pattuglia all’appuntamento con Elder Lee e Gabe Natale. Scrive Saul Caia sul Fatto:

Il carabiniere (Andrea Varriale, ndr) dichiara di essere stato chiamato nel suo cellulare “all’1:19”,“su ordine del maresciallo Pasquale Sansone”, in servizio alla caserma di piazza Farnese, per raggiungerli in “piazza Mastai”e aiutarli nella “ricerca di un soggetto”. Quasi un’ora prima che Sergio Brugiatelli chiamasse il 112, per denunciare la tentata estorsione dei due americani.

mario cerciello rega omicidio punti oscuri - 2
Dall’ordinanza di convalida del fermo di Elder Finnegan Lee e Gabriel Natale-Hjorth

IL MARESCIALLO Sansone insieme ad altri tre militari, erano tutti fuori servizio, e avevano notato movimenti sospetti in piazza Trilussa. Si erano avvicinati, per tentare di cogliere sul fatto una compravendita di droga. I “4 militari”, nella testimonianza raccolta da AdnKronos e non presente nel documento del giudice, spiegano che un “uomo con il cappellino” si sarebbe avvicinato a e gli avrebbe spiegato di “non essere in possesso di documento d’identità” perché abitante del luogo, e di essere “amico delle guardie”. Si potrebbe ipotizzare che l’uomo con il cappellino fosse il pusher, mentre la persona fuggita era uno dei due americani. Varriale e Rega Cerciello, “in abiti civili”, raggiungono Sansone e i colleghi in piazza, identificano Brugiatelli e prendono la “tachipirina”spacciata per coca.

Il colonnello Francesco Gargaro, Comandante provinciale di Roma, ha smentito in più occasioni che Brugiatelli fosse un confidente dei carabinieri, argomento ipotizzato per la prima volta nel week end dal Corriere della Sera Roma.

Lo spacciatore, il confidente, la rissa con gli americani

Nella ricostruzione dell’ordinanza si racconta che Brugiatelli incontra Italo P. per rimediare la cocaina a Natale-Hjorth ed Elder Lee ma la trattativa viene interrotta dall’arrivo di quattro carabinieri, tra cui il maresciallo Pasquale Sansone del Comando stazione di Piazza Farnese, che non sono in servizio ma assistono alla scena in via Cardinale Merry del Val e capiscono che possono beccare uno spacciatore in flagranza. Brugiatelli riesce ad andare via senza essere controllato così come Natale-Hjorth che scappa, senza che i carabinieri tentino di bloccarli. Eppure i due potrebbero avere addosso la droga appena venduta da Italo.

mario cerciello rega
La ricostruzione dell’omicidio di Mario Rega Cerciello (IL Messaggero, 27 luglio 2019)

Ancora: Brugiatelli prima scappa per evitare le forze dell’ordine e poi li chiama per il furto dello zaino. Infine,  la Centrale invia Cerciello Rega e Varriale, che sono in borghese e in zona, quindi possono andare all’appuntamento senza destare sospetto quando gli americani mettono in atto la strategia del cavallo di ritorno. E qui ci sono altre questioni aperte. Riassunte da Repubblica nell’articolo di Fabio Tonacci:

Possibile tanta solerzia per recuperare uno zaino?
Fonti interne dell’Arma spiegano che intervenire presentandosi in abiti civili all’incontro con presunti estorsori non è inusuale ed è doveroso. Casi del genere a Roma se ne registrano molti, ogni settimana.

Perché Varriale non spara, mentre Cerciello Rega viene pugnalato da Elder?
I dettagli dell’aggressione in via Pietro Cossa sono ancora avvolti nella nebbia, le fonti inquirenti tacciono. Dal verbale di Varriale, però, si capisce che i due carabinieri non si aspettavano una reazione così violenta e rapida. Sostiene che Gabriel Natale-Hjorth si sia liberato dalla sua presa «dimenandosi con calci, graffi e pugni». È singolare, però, che un 18enne dal fisico non possente sia riuscito con tale facilità a neutralizzare il carabiniere.

Come nasce la storia della caccia ai due maghrebini?
Ad accreditare l’identità nord-africana dei due americani, inizialmente, è proprio Brugiatelli. Mente ai carabinieri, sapendo di mentire: li ha visti in faccia quando li ha accompagnato dallo spacciatore e li ha sentiti parlare in inglese. Però anche Varriale, subito dopo l’omicidio, dà indicazioni in questo senso. «Si è confuso, era in stato di choc, bisogna capirlo», spiega il comandante provinciale Gargaro.

Leggi anche: I punti oscuri dell’omicidio di Mario Cerciello Rega

Potrebbe interessarti anche