Il viadotto della diga di Cingoli

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-09-06

Un problema che risale a vent’anni fa e che potrebbe essere stato aggravato dal sisma del 24 agosto, ma mentre il sindaco di Cingoli teme un altro Vajont l’assessore alla protezione tranquillizza la popolazione e promette un intervento sulla struttura

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La diga di Castreccioni, vicino al paese di Cingoli (Macerata) nelle Marche “è al sicuro ed è già stata controllata dagli esperti della direzione generale competente che non ha rilevato danni o problematiche particolari. Per quanto riguarda il viadotto che attraversa il lago, la Protezione civile regionale effettuerà le verifiche necessarie sui piloni nel più breve tempo possibile“, a dirlo è l’assessore alla protezione civile della Regione Marche Angelo Sciapichetti che risponde così all’appello lanciato nei giorni scorsi dal sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini, che aveva espresso preoccupazione per la tenuta dei piloni del viadotto che attraversano il lago.

Piloni che potrebbero essere stati danneggiati dal sisma

Filippo Saltamartini ai microfoni di SkyTG24 aveva parlato del pericolo dovuto al rischio di un cedimento dei piloni del viadotto che attraversa il lago di Cingoli. A suo avviso le scosse di terremoto che si sono susseguite potrebbero aver messo a repentaglio la tenuta della struttura. I piloni del viadotto, costruito trent’anni fa sul più grande invaso artificiale del Centro Italia, sprofondano nell’acqua per cinquanta metri e su alcuni sarebbero comparse delle crepe. Per la verità i dubbi sulla tenuta statica Saltamartini li aveva già da qualche anno, tant’è che quattro anni fa la Protezione Civile aveva rilevato “gravi lesioni” al pilone numero 10, ma dopo le terribili scosse della notte tra il 23 e il 24 agosto ha iniziato a guardare quelle crepe con maggiore preoccupazione. Anche perché la relazione compilata dagli ingegneri pur non rilevando alcun pericolo immediato per la tenuta statica del ponte sottolineava come in caso di evento sismico il viadotto avrebbe potuto cedere. Secondo Saltamartini se il viadotto dovesse crollare nel lago potrebbe generare un’onda in grado di superare la sommità della diga, in una situazione analoga a quella del disastro del Vajont. Ma l’assessore Sciapichetti esclude che ci possano essere problemi:

La questione del viadotto del lago di Castreccioni è antica e risale ad almeno 20 anni fa e non rimanda certo alle conseguenze del terremoto. Tuttavia, appena superata la fase delle priorità riguardante le zone più colpite dal sisma nelle Marche, dove vi sono stati 50 morti e decine di feriti, ci occuperemo in maniera più approfondita dell’opera. Ma non esiste alcun allarme in merito

A quanto ammonterebbero i lavoro per mettere in sicurezza il ponte che collega Cingoli a Moscosi? Secondo quanto riferisce il Messaggero l’opera di rafforzamento della struttura costerebbe due milioni di euro. Soldi che in teoria dovrebbero essere stanziati da Stato e Regione Marche. Infatti solo la strada che corre sul ponte è di proprietà del Comune di Cingoli mentre i piloni e le arcate no. La gestione delle acque della diga, costruita dallo Stato, è affidata al Consorzio di Bonifica della Regione al quale i comuni rivieraschi versano un contributo annuale di 400 mila euro.

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