Alla fine l’ha spuntata Giorgia: chi prende più voti decide il premier. Ma il vertice di centrodestra non è stato tranquillissimo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-28

Il via libera a Meloni candidata Presidente del Consiglio non è arrivato in forma ufficiale. L’ok, al momento, è solo di facciata. Tensioni sui collegi

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Giorgia Meloni l’ha spuntata, ma non sono mancate tensioni durante il vertice di centrodestra. La leader di Fratelli d’Italia ha, infatti, ottenuto l’incontro non in una della ville di Berlusconi, ma in una sede istituzionale come la Camera dei deputati. E durante il colloquio a tre con l’ex Cavaliere e Matteo Salvini è arrivata anche la candidatura ufficiosa (non ufficiale) a Palazzo Chigi: in caso di vittoria della coalizione FdI-Lega-FI, il nome del prossimo Presidente del Consiglio dei Ministri sarà indicato dal partito che otterrà più voti alle prossime elezioni del 25 settembre,

Vertice centrodestra, cosa è successo nella riunione Berlusconi-Salvini-Meloni

Come chiesto a gran voce da Fratelli d’Italia e come sottolineato, e ribadito più volte nei giorni scorsi, anche da Matteo Salvini (perché il leghista, come noto, ambisce a riprendere in mano le chiavi del Viminale). Silvio Berlusconi, invece, era più restio a questa ipotesi, ma alla fine ha convenuto con i due alleati. Anche nel tentativo di non mostrare al pubblico e all’elettorato quelle differenze interne alla coalizione. Perché mentre gli annunci trionfanti si susseguono, ieri alla Camera dei deputati non è andato tutto liscio. Come riporta il quotidiano Il Messaggero, infatti, i tre leader di partito hanno discusso – e non poco – sui collegi.

Complicazioni dialettiche e di prospettive, perché non c’era alcun accordo sulla suddivisione dei collegi tra i vari partiti. Una spartizione fondamentale per la formazione del prossimi Parlamento (soprattutto dopo la riduzione del numero di deputati e senatori). Il Messaggero racconta così quanto accaduto:

“È stata necessaria una pausa di mezz’ora per far rasserenare tutti. Alla fine però, complice uno «spirito costruttivo» riconosciuto dagli alleati alla Meloni, l’accordo arriva. «È stata trovata un’intesa per correre insieme nei 221 collegi uninominali, selezionando i candidati più competitivi in base al consenso attribuito ai partiti» si legge nel vago comunicato. I numeri trapelano solo dopo: a FdI andranno 98 seggi, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia, compreso l’Udc, e 11 a Noi con l’Italia più Coraggio Italia”.

Ma su che basi si è consumata questa discussione. Alcuni dettagli interessanti vengono forniti dal quotidiano La Stampa:

“La lite è scoppiata sul metodo su cui ripartirsi i collegi dell’uninominale: FdI ha chiesto di utilizzare dei sondaggi, a cui Berlusconi non vuole dare credito: «Ci danno al 10%, ma siamo al 20!», ha esclamato infastidito il Cavaliere”.

Prima di arrivare all’accordo, dunque, non sono mancate discussioni nel vertice centrodestra. Con Berlusconi a fare da mattatore. La sua speranza, mai nascosta, è quella di arrivare al 20% dei consensi elettorali il prossimo 25 settembre. I sondaggi, per il momento, indicano Forza Italia come il terzo partito della coalizione. E non di poco.

(foto IPP/spgr/Giandotti)

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