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Ventimiglia: il sindaco lascia il PD «per i troppi migranti»
Alessandro D'Amato 26/05/2016
Il sindaco del paese e gli undici consiglieri di maggioranza si autosospendono dal partito per protestare contro la posizione degli organi centrali e del governo sulla questione del centro di accoglienza nel paese
Il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano e gli 11 consiglieri di maggioranza, tutti del Pd, si sono autosospesi dal partito per protestare “contro la mancata posizione a livello politico da parte degli organi centrali e regionali del Pd e del Governo, per risolvere la questione migranti a Ventimiglia”. Lo ha annunciato il segretario cittadino del Pd, Domenico Casile. A Ventimiglia è stato chiuso il centro di accoglienza, come chiesto dal sindaco, ma i migranti continuano ad accamparsi in città.
Ventimiglia contro il PD
Ioculano è stato eletto nel giugno 2014; trentenne e laureato in scienze politiche, è il sindaco più giovane della provincia di Imperia e ha ottenuto il 55,81% dei voti al ballottaggio mentre l’uscente Giovanni Ballestra (Forza Italia) è arrivato al 44,10%. Il 7 maggio Ioculano non aveva partecipato al sopralluogo del ministro Angelino Alfano al centro per protesta. Prima ancora, nell’aprile scorso, Ioculano aveva scritto alla prefettura di Genova:
“A Ventimiglia la situazione del flusso migratorio, in continua evoluzione, è ora ulteriormente mutata, – continua il Sindaco – la presenza di migranti è più stanziale. Il centro di prima assistenza risulta completamente occupato ed il flusso migrante che giunge in città si sta dislocando in varie zone non adeguate all’accoglienza. Il centro di prima assistenza, nato per dare un primo aiuto alle persone in cammino, è stato appositamente collocato in prossimità della stazione ferroviaria per esigenze contingenti dei migranti e contemporaneamente per rendere fruibile l’area della stazione ai viaggiatori permettendo il regolare svolgimento del servizio ferroviario, tuttavia oggi non assolve più ai compiti originari: la stazione è di nuovo non più fruibile e i migranti vagano cercando riparo estemporaneo in città.
Con l’aumento dei flussi migratori riappaiono i gruppi No Borders, e l’eventuale e paventata ripetizione dell’esperienza vissuta lo scorso anno con il loro presidio in frontiera avrebbe gravi ripercussioni sulla nostra cittadinanza e sulla sua – già dimostrata – capacità di accoglienza, rendendo ben più difficile la serena convivenza ed il mantenimento dell’ordine pubblico”.
Soltanto il 10 maggio scorso però le questioni con il governo sembravano risolte con la chiusura del centro d’accoglienza:
“Ieri sera siamo stati avvisati a voce dal Prefetto, che ci ha voluto anticipare la chiusura del centro, in virtù del rapporto di collaborazione e di fiducia che si è creato in questi 11 mesi – spiega Walter Muscatello, uno dei responsabili del centro per la Croce Rossa – e attendiamo il provvedimento ufficiale. Gli ultimi sei migranti adulti sono stati trasferiti a Montalto, nel centro gestito dalla cooperativa Il Faggio, mentre i due minori sono stati affidati al Comune che li assegnerà ad altri centri. Il passo successivo consiste nelle operazioni di smontaggio, logistica e trasporto materiale”. I tradizionali pacchetti alimentari non sono stati consegnati e i migranti presenti a Ventimiglia si sono rivolti alla Caritas.
“Siamo soddisfatti, perché è stato messo a punto, in tempi brevi, quanto disposto dal ministro”, commenta il sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, che nei mesi scorsi aveva scritto alla presidenza del Consiglio e la ministro dell’Interno Angelino Alfano, sollecitando la chiusura del centro. “Il passaggio successivo sarà l’allontanamento degli stranieri non identificati, per il quale ci vorrà ancora qualche giorno”. Il sindaco tira un sospiro di sollievo anche in vista della stagione turistica: “Ora finalmente ci sono le premesse per un’estate tranquilla”.
Perché il sindaco di Ventimiglia si autosospende dal PD
“Abbiamo deciso di autosospenderci perché a livello regionale e nazionale abbiamo constatato la totale assenza del partito. Il silenzio assoluto. Malgrado le continue sollecitazioni, mai nessuno ha preso posizione sul problema dei migranti a Ventimiglia. Persone che vivono nel degrado, senza nessuna assistenza. Ci troviamo di fronte a un’emergenza di tipo umanitario, solo la senatrice Donatella Albano, si è impegnata“. “Ho comunicato la decisione di autosospendermi, ieri sera, al Circolo“, ha detto Ioculano. Dopo la visita del ministro dell’Interno Angelino Alfano, avvenuta il 7 maggio scorso, il centro di accoglienza della stazione ferroviaria è stato chiuso. Il ministro, ricorda Ioculano “si era impegnato a risolvere il problema migranti, facendo identificare e trasferire dalle forze di polizia gli stranieri rimasti in città, soprattutto nei pressi della stazione e a bloccare i nuovi arrivi al confine, intervenendo già sui treni“. Ma con il centro chiuso nulla è cambiato e ora un centinaio di migranti vive, senza condizioni igieniche, in un accampamento curato dai “No border” sul greto del fiume Roja, con la Caritas che distribuisce pasti. Nei mesi scorsi, il Pd di Ventimiglia e il sindaco avevano più volte scritto dal presidente del Consiglio Renzi e al commissario del Pd Ligure David Ermini chiedendo aiuto. “Ci aspettavamo un comportamento diverso – ancora Casile – da un governo amico. Pertanto, abbiamo deciso di autosospenderci”. Per smantellare la tendopoli del Roja il sindaco ora emetterà un’ordinanza di sgombero per motivi igienico sanitari. Un anno fa a Ventimiglia erano arrivati centinaia di migranti che volevano entrare in Francia, ma il paese transalpino chiuse la frontiera e i profughi finirono per accamparsi anche sugli scogli. Da allora, anche se con numeri minori, a Ventimiglia la presenza di migranti diretti in Francia è rimasta costante.