VAS: la truffa dei servizi a valore aggiunto per i clienti Windtre, Vodafone e Tim

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-03

Bastava visitare una pagina web, talvolta con l’inganno di fraudolenti banner pubblicitari e, senza far nulla (Zero Click), ci si ritrovava istantaneamente ad essere abbonati a un servizio che prevede il pagamento di una somma di denaro sul conto telefonico ogni settimana o mese in cambio dell’accesso a contenuti come notizie, oroscopi, suonerie, meteo, gossip, video o altro

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Sono migliaia i clienti delle tre più importanti compagnie telefoniche italiane, Windtre, Vodafone e Tim a cui sono stati accreditati importi non dovuti per attivazioni indebite dei cosiddetti Servizi a valore aggiunto (VAS) sul proprio dispositivo mobile. È quel che risulta dall’indagine milanese che nei giorni scorsi ha visto i militari della Guardia di Finanza del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche e della Squadra reati informatici della Procura eseguire perquisizioni ed ispezioni informatiche, tra cui nella sede legale della stessa Windtre e i pm inviare una lettera all’Autorità garante per le comunicazioni in relazione alla posizione di Vodafone, Tim e un’altra società.

VAS: la truffa dei servizi a valore aggiunto per i clienti Windtre, Vodafone e Tim

Il fenomeno illecito, come emerge dai riscontri acquisiti dal consulente informatico della Procura di Milano, non si è interrotto neppure durante la recente emergenza sanitaria nazionale. Secondo l’indagine coordinata dal Procuratore della Repubblica Francesco Greco, dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Francesco Cajani, bastava visitare una pagina web, talvolta con l’inganno di fraudolenti banner pubblicitari e, senza far nulla (Zero Click), ci si ritrovava istantaneamente ad essere abbonati a un servizio che prevede il pagamento di una somma di denaro sul conto telefonico ogni settimana o mese in cambio dell’accesso a contenuti come notizie, oroscopi, suonerie, meteo, gossip, video o altro. Si tratta di un business illecito da milioni di euro con opportunità di guadagno anche mediante le attivazioni dei servizi VAS sulle connessioni mobili usate tra macchine per lo scambio di dati (le cosiddette machine to machine, M2M) senza alcun consenso da parte di utenti. Le ipotesi di reato sono frode informatica ai danni dei consumatori, l’intrusione abusiva a sistema telematico e la tentata estorsione contrattuale commessa da 3 persone – alcuni con ruoli dirigenziale – di Windtre in concorso con aggregatori/hub tecnologici, content service provider (CSP) . Attualmente sono undici le persone indagate mentre 12 sono i milioni di euro già sottoposti a sequestro preventivo. L’Agcom è stata compiutamente informata.

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Il procuratore Greco, nel corso della conferenza stampa, ha affermato riferendosi ai principali gestori telefonici: “Serve una responsabilizzazione delle piattaforme digitali usate dalle società multiutility che permette a queste situazioni di proliferare altrimenti si crea una asimmetria di potere tra gli enormi agglomerati economico finanziari e i cittadini che diventano in questo modo oggetto delle peggiori scorrerie”. Secondo il Procuratore “il consumatore ignaro è esposto a siti falsi, che erogano servizi falsi”, e quello del “cybercrime è un problema fondamentale in un mondo iperconnesso” in quanto “i cittadini rischiano di essere esposti a qualsiasi cosa”. E poi ha rivelato di essere stato anche lui vittima: tempo fa si è accorto di pagare “20 euro al bimestre per acquistato giochi con addebito a società off shore” senza aver mai dato il consenso. “L’unica consolazione è che in questo tipo di operazioni a danno del consumatore – ha aggiunto – c’è molta democrazia perché può capitare al procuratore della repubblica di Milano come al vecchietto”.

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