Cosa sappiamo della nuova variante COVID isolata a Napoli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-17

Una variante COVID è stata individuata per la prima volta in Italia dall’Istituto Pascale e dall’Università Federico II di Napoli. Si chiama B.1.525. È stata isolata in un tampone positivo un professionista di ritorno da un viaggio in Africa

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Una nuova variante COVID è stata individuata per la prima volta in Italia dall’Istituto Pascale e dall’Università Federico II di Napoli. Si chiama B.1.525 ed è abbastanza rara:  ne sono stati individuati soltanto 32 casi in Gran Bretagna e pochi casi anche in Nigeria, Danimarca e Stati Uniti. La variante del virus è stata trovata in un professionista di ritorno da un viaggio in Africa che è risultato positivo al tampone.

Cosa sappiamo della nuova variante COVID isolata a Napoli

Attualmente non si conosce la contagiosità, il potere di infezione e le altre caratteristiche peculiari della variante B.1.525 come la resistenza ai vaccini. Ma il fatto che sia abbastanza rara, racconta il Corriere del Mezzogiorno Campania, potrebbe fornire qualche indizio al riguardo. Infatti se la variante non si diffonde o è troppo letale oppure ha poca capacità di emergere rispetto ad altre più contagiose:

Si sa poi che la nuova mutazione è simile a quella che è emersa dalla variante inglese, B117, e contiene una serie di modificazioni che destano allarme tra gli esperti, compresa la mutazione E484K sulla proteina Spike, che si trova all’esterno del virus e che gioca un ruolo importante per l’ingresso del virus nelle cellule umane. Questa mutazione è stata anche riscontrata, tra l’altro, nelle varianti sudafricane e brasiliane. Insomma, una ulteriore mimetizzazione del virus che potrebbe risultare particolarmente insidiosa, fino ad eludere la risposta immunitaria. Occorre anche aggiungere che di solito un ceppo così poco diffuso dipende da due opzioni: o perché molto letale, e quindi non trovando altri ospiti è destinato ad estinguersi, o con scarsa capacità di penetrazione in un ambiente dominato da varianti più potenti.

Come è stata trovata la nuova variante? Nicola Normanno, ricercatore dell’Istituto dei tumori Pascale di Napoli, spiega:

“La sequenza del campione giunta a noi dal Policlinico Federiciano  ci ha subito insospettiti perché non presentava analogie con altri campioni provenienti dalla nostra regione.  Dopo un confronto con il gruppo del Reparto Zoonosi Emergenti dell’Istituto Superiore di Sanità abbiamo avuto la conferma che si tratta di una variante descritta finora in un centinaio di casi in alcuni Paesi europei ed africani, ma anche negli Stati Uniti. Abbiamo immediatamente depositato la sequenza nel database internazionale GISAID ed avvertito le autorità sanitarie”. Sono infatti immediatamente partite tutte le procedure previste, a cominciare dal tracciamento dei contatti”.

 

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