Cultura e scienze

Cosa c’è dietro Valter Mainetti che scrive al Foglio?

neXtQuotidiano 10/06/2018

Ieri l’editore ha fatto un’apertura di credito al governo Lega-M5S e un buon numero di ingenuotti ha pensato che fosse a rischio la libertà di stampa. Il Fatto offre altri elementi per un’analisi più approfondita dell’accaduto

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Ieri i social network italiani nella loro infinità ingenuità sono impazziti per un caso editoriale: l’editore del Foglio Valter Mainetti ha scritto al quotidiano di Claudio Cerasa per difendere il governo Conte e per fare un’apertura di credito alla maggioranza grillina e leghista. In molti hanno cominciato a sospettare che il povero Cerasa potesse fare la fine del direttore del Mattino Alessandro Barbano, sostituito dopo una richiesta, non esaudita, di essere più morbido con il governo in carica. Beata ingenuità! La stessa vicenda Barbano dovrebbe invece far capire che non c’è nessun rischio di omologazione: del direttore del Mattino si è saputo tutto a fatti avvenuti perché un editore che vuole cambiare la linea editoriale del suo giornale non scrive pubblicamente al suo editore, ma semplicemente lo fa. E se il direttore si rifiuta, lo caccia. Ma allora perché Valter Mainetti ha scritto al Foglio? Un giornale che non ha in grande simpatia Mainetti, il Fatto Quotidiano, avanza un’ipotesi meno fantascientifica di quelle circolate ieri, ma in realtà, per essere onesti, bisogna segnalare che la ricostruzione fornita dal Fatto è parziale. Innanzitutto, sui numeri della SGR bisogna segnalare che le perdite sottolineate dal Fatto sono motivate in parte da elementi non riconducibili alla gestione aziendale, ma alle condizioni del mercato e al cambio. Per quanto riguarda il Foglio, dopo anni di perdite il quotidiano ha chiuso il 2017 in pareggio. Per quanto riguarda Alpa, Mainetti si serve dei professionisti dello studio da prima che Giuseppe Conte divenisse un personaggio politico di primo piano.

mainetti il foglio

Il giorno dopo Mainetti in un’intervista alla Verità in cui dice che percepisce “molti pregiudizi” sul nuovo esecutivo e chiede un maggiore equilibrio di opinioni al giornale che edita, senza paventare alcun “pericolo” per il direttore Cerasa. In ultimo, la citazione in giudizio (in sede civile) per gli articoli pubblicati su Mainetti riguardo Enasarco e altri dossier sarebbe in arrivo. Ecco cosa ha scritto il Fatto:

Il Foglio perde da anni. Nel periodo 2010-2016 la cooperativa di giornalisti che pubblica il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara si aspettava di incassare dallo Stato 14 milioni di contributi per l’editoria ma ne sono arrivati solo 9,68. E Foglio Edizioni srl (la società di Mainetti che dal 2016 possiede la testata e l’affitta alla cooperativa) ha dovuto anticipare ai giornalisti 4,5 milioni.

Mainetti sostiene Il Foglio con i soldi estratti dagli immobili degli enti. I fondi perdono, il gestore guadagna. Nel 2017 gli immobili del fondo Megas (520 milioni di valore)hanno portato affitti per 19 milioni e costi per 36, con una perdita finale di 17,5 milioni. Il fondo Michelangelo 2 (221 milioni di immobili) ha perso in un anno 32,6 milioni. Nel frattempo Sorgente ha incassato solo come commissioni di gestione 7,7 milioni.

Mainetti ha ragioni cogenti per inneggiare così al governo Conte: “La ‘rivoluzione ’più importante e temuta investe soprattutto le gerarchie di potere del paese, dagli ex politici agli ex sindacalisti, sparsi in innumerevoli consigli di amministrazione di enti simil-privati e pubblici”.

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Giorgio Meletti e Gaia Scacciavillani spiegano quindi che il governo Lega-M5S potrebbe costituire un problema per gli interessi di Mainetti: per questo, sostengono, l’editore si è mosso in anticipo dissociandosi dalla linea del suo giornale:

Adesso invece il futuro di Mainetti dipende da alieni gialloverdi. A vigilare sugli enti previdenziali arriva Luigi Di Maio da Pomigliano d’Arco . Va riconosciuto a Mainetti di aver avuto fiuto e preveggenza. In tempi non sospetti ha sponsorizzatola mancata governatrice grillina del Lazio Roberta Lombardi. E ha avuto anche fortuna. Sei mesi fa ha rumorosamente annunciato una causa al Fatto (stiamo ancora aspettando) per aver scritto notizie vere ma sgradite e l’ha affidata all’avvocato Guido Alpa, il maestro del premier Giuseppe Conte. Vedremo se è vero che chi trova un avvocato trova un tesoro.

Leggi sull’argomento: Gaia Tortora, il Metodo Casalino e la TV asservita ai grillini

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