Fatti
Che valore ha la minaccia di Grillo di far pagare la penale di 250mila euro a Marco Affronte?
Giovanni Drogo 11/01/2017
Grillo non ha preso bene quello che rimarrà negli annali della storia politica italiana come “l’affronto di Affronte” e ha chiesto il pagamento della penale come previsto dall’accordo sottoscritto. Ma quel foglio, dice l’eurodeputato, è carta straccia. Ed in effetti pare proprio che pretendere il pagamento di una multa in caso di cambio di casacca sia inutile (e incostituzionale)
Questa mattina Marco Affronte, eurodeputato del MoVimento Cinque Stelle, ha annunciato che lascerà il gruppo dei grillini per confluire nei Verdi. Altri due grillini sarebbero pronti a seguirlo. Affronte sarà così il primo europarlamentare eletto col M5S a lasciare la delegazione grillina a Bruxelles dopo il tentativo fallito di aderire al gruppo ALDE e la successivo decisione di restare nella formazione euroscettica guidata da Nigel Farage. Oggi pomeriggio il Capo Politico del MoVimento, Beppe Grillo, ha pubblicato un post sul blog per annunciare l’intenzione di rivalersi nei confronti di Affronte sulla base del contratto firmato dagli europarlamentari che prevede il pagamento di una penale da 250mila prevista per i deputati che non rispettano il Codice di Comportamento.
L’inutile penale da 250mila euro che non verrà mai pagata
Come venne fatto anche per i candidati del MoVimento che si sono presentati alle amministrative di Roma e hanno dovuto sottoscrivere una specie di contratto che prevede il pagamento di una penale da 150mila euro anche gli eurodeputati avevano sottoscritto un simile accordo che, nelle intenzioni di Grillo e Casaleggio, avrebbe dovuto che gli eletti una volta arrivati all’Europarlamento decidessero di cambiare partito proprio come accade da sempre nella politica italiana. Anche Affronte ha firmato il Codice di Comportamento e quindi ora che se ne vuole andare Grillo passa all’attacco chiedendo il pagamento della sanzione da 250mila euro che – fa sapere – verranno poi utilizzati per aiutare i terremotati di Marche e Umbria.
Affronte ha deciso di lasciare il MoVimento 5 Stelle e passare ai Verdi. Gravi inadempienze al rispetto del codice di comportamento prevedono la richiesta di pagamento della sanzione di 250.000 euro prevista dal Codice comportamento per i candidati del MoVimento 5 Stelle alle elezioni europee e per gli eletti al Parlamento europeo che lui e tutti gli europarlamentari eletti del MoVimento 5 Stelle hanno firmato. Affronte dovrebbe dimettersi immediatamente dal Parlamento Europeo e lasciare spazio a un eletto del MoVimento 5 Stelle. Se questo non avverrà, con i soldi della sanzione di Affronte, che gli sarà notificata non appena saranno svolte le procedure burocratiche, aiuteremo i terremotati delle Marche e dell’Umbria.
Più facile a dirsi che a farsi visto che la penale per i “traditori” viene considerata addirittura incostituzionale da Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte Costituzionale. Ma soprattutto si tratta di una misura, già sperimentata dall’Italia dei Valori diversi anni fa che una volta in tribunale si è rivelata essere completamente inutile. In pratica l’IdV non è mai riuscita ad ottenere un euro dai loro eletti che – pur avendo firmato il patto – avevevano successivamente deciso di cambiare casacca. Sulla questione di un’eventuale battaglia legale nei confronti di Affronte o di altri europarlamentari che decidessero di lasciare il M5S dopo il fallimento delle trattative con ALDE e il ritorno nel gruppo EFDD assieme a Nigel Farage si è espresso anche Lorenzo Borrè, l’avvocato che patrocinando la causa degli espulsi a Napoli ha costretto il MoVimento a dotarsi di un nuovo statuto e di un nuovo regolamento. Secondo Borrè l’idea della multa non è «nient’altro che uno spauracchio, nei fatti inapplicabile poiché vige la piena indipendenza degli eletti in Parlamento, in Italia come a Bruxelles la clausola penale inserita nel codice di comportamento degli europarlamentari grillini è incompatibile col principio di indipendenza e autonomia degli eletti, ed è in contrasto con l’assenza di vincolo di mandato prevista nel Parlamento Europeo così come dalla nostra Costituzione». Inoltre, sempre secondo Borrè:
nel caso di addii in Europa non è configurabile l’ipotesi prevista dalla clausola, in quanto questa sarebbe applicabile solo nel caso di condanna penale o di grave inadempienza del codice di comportamento. Ma qui, l’unico ad aver disatteso e tradito la linea del M5S in realtà è Beppe Grillo, perché non risulta che l’Alde condivida i valori fondamentali del M5S.
Questo però non è del tutto esatto perché il Codice di Comportamento prevede sì che in caso di condanna penale il deputato sia obbligato a pagare la multa ma è anche vero che al secondo punto del Codice l’europarlamentare si impegna a non “associarsi ad altri gruppi politici, se non per votazioni su punti condivisi“. Inoltre, questione non di poco conto, Beppe Grillo non è un europarlamentare quindi non ha sottoscritto il codice di comportamento (di fatto ne è il garante ma non è tenuto a sottoscriverlo ufficialmente, caso assai strano) e quindi non ha – sempre secondo il regolamento – tradito la linea del M5S che prevede altresì che
Laddove si manifestasse la possibilità di costituire in seno al Parlamento europeo un gruppo politico con deputati di altri Paesi europei che condividano i valori fondamentali del MoVimento 5 Stelle verrá fatto su proposta di Beppe Grillo, in qualità di capo politico del M5S, e ratificata tramite votazione in Rete da parte degli iscritti al M5S.
Se molto probabilmente sarà quasi impossibile per il M5S esigere il pagamento della penale è altrettanto irrealistico pensare che sia stato Grillo a tradire i valori del MoVimento dal momento che il Codice di Comportamento prevede che sia proprio lui a dettare la linea. Del resto è assai probabile che prima di decidere di entrare nei Verdi Affronte abbia valutato l’eventualità di essere portato in tribunale per il pagamento della penale. Affronte ha infatti dichiarato alle agenzie di stampa che “il foglio” (così chiama il Codice di Comportamento) vale meno della carta straccia.
Quando siamo venuti qui abbiamo firmato un foglio, non riesco a chiamarlo diversamente, in cui tra le altre cose c’era scritto anche di questa penale. Da quello che so, dal punto di vista legale ha un valore praticamente meno di carta straccia. Vedremo. Non credo nemmeno che arriveranno al punto vergognoso di arrivare a chiedere una cosa del genere
Ad ogni modo anche se sarà difficile riscuotere, se Beppe però vorrà dare lo stesso 250mila euro ai terremotati mettendoli di tasca sua nessuno si offenderebbe.
L’affronto di Affronte
Nel frattempo i Cinque Stelle non perdonano l’eurodeputato “traditore” ed infatti come di consueto sulla pagina Facebook di Affronte si sono scatenati i grillini che in un modo o nell’altro chiedono la testa del loro portavoce reo di essersi fatto eleggere “grazie ai voti del M5S” e di averli abbandonati quando più riteneva comodo. Tra i tanti commenti spicca quello del responsabile dell’ufficio stampa del gruppo M5S in Senato, Matteo Incerti. che scrive: “Se una persona legittimamente cambia idea, dovrebbe dimettersi dalla carica e lasciare al primo dei non eletti anche perché ti eri impegnato pubblicamente in questo”. Altri invece fanno notare come i Verdi non abbiano voluto il MoVimento all’interno del gruppo europeo all’inizio della legislatura mentre oggi sembrano disposti a cambiare idea.
Ma i più duri sono quelli che chiedono le dimissioni e il pagamento della famosa penale, in nome della coerenza con i valori del MoVimento. Le dimissioni sembrano essere l’unica strada percorribile, stando a quanto sostengono i custodi dell’ortodossia pentastellata.
Non sbagliano però coloro che in queste ore stanno condividendo sulla pagina Facebook di Affronte un post datato 8 gennaio e pubblicato invece sul suo profilo personale nel quale l’eurodeputato annuncia di aver votato per la permanenza all’interno di EFDD con l’Ukip di Farage.
C’è da dire che già all’epoca Affronte aveva dimostrato una scarsa comprensione del Codice di Comportamento dal momento che aveva affermato che “un gruppo vale l’altro”. Del resto bisogna capirlo, prima gli dicono che l’unico gruppo è l’EFDD poi si scopre che anche ALDE, che non ha proprio la stessa linea del M5S, va benone.