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Valerio Moro, l’agente di polizia che ha fermato un tir in corsa e salvato il conducente svenuto

neXtQuotidiano 13/04/2022

A intervenire per fermare un tir fuori controllo sulla statale 379 all’altezza di Ostuni è stato Valerio Moro, agente di polizia di 35 anni: “Ma io non sono un eroe, merito del lavoro di squadra”

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Sulla statale 379 all’altezza di Ostuni, un autista ha avuto un malore mentre era alla guida di un tir: per sua fortuna alcuni agenti di rientro dalle prove per la Festa della polizia hanno notato la presenza di diversi detriti sulla strada e individuato il mezzo che procedeva sbandando, lo hanno affiancato e con una manovra difficilissima Valerio Moro, agente 35enne, è riuscito a salire a bordo, mettere in sicurezza il veicolo e far partire la macchina dei soccorsi che ha salvato la vita al conducente. “Ma io non sono un eroe e il merito è del lavoro di squadra della polizia”, dice oggi Moro in un’intervista a Repubblica. Di quei concitati istanti ricorda “la voce agitata del collega al volante”, che ha chiesto: “Che cosa succede lì” richiamando l’attenzione sua e del capopattuglia di fianco a lui. La scena era la seguente: “Un tir che andava a zig-zag a 80-90 chilometri all’ora. Erano le 13,15 e quando ha colpito il guardrail sulla destra e sollevato polvere, detriti e pezzi di lamiera ovunque abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava”.

Valerio Moro, l’agente di polizia che ha fermato un tir in corsa e salvato il conducente svenuto

Il messo viaggiava a pieno carico, e avrebbe potuto sfondare lo spartitraffico centrale in cemento rischiando di invadere l’altra corsia. “Quando ha cominciato a rallentare – ripercorre Moro – io che ero seduto dietro ho aperto lo sportello dell’auto e mi sono preparato a quella che noi chiamiamo “discesa operativa dal veicolo in movimento”. Siamo addestrati anche a questo e così sono saltato giù dalla Punto rincorrendo il camion. Poi con il sostegno del capopattuglia mi sono aggrappato allo sportello sul lato passeggero del tir: per fortuna era aperto”. Fortunatamente l’agente ha guidato in passato i pullman della polizia, quindi sapeva come agire una volta salito a bordo: “Gli ho tolto il piede dall’acceleratore e ho preso il controllo del mezzo”. “Per noi essere d’aiuto agli altri è normale – conclude – a mente fredda ho pensato alla possibilità che avrei potuto non rivedere mio figlio Cosimo, che ha due anni, ma chi fa il nostro lavoro mette in conto anche queste cose. Ho provato la grande soddisfazione di aver salvato una vita, o forse più d’una . E di aver fatto il bene della comunità. È il nostro lavoro”.

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