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“Mi ha picchiata e stuprata più volte”, l’accusa dell’ex compagna del rappresentante di lista della Lega

neXtQuotidiano 02/06/2022

Lui, giovane rappresentante di Lista del Carroccio a Roma, respinge ogni tipo di accusa. Nel frattempo, un giudice ha disposto il divieto di avvicinamento alla donna

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Marta (nome di fantasia) è una giovane donna di 27 anni. Lei ha denunciato le violenze psicologiche, fisiche e sessuali perpetrate nei suoi confronti da Valerio Cirillo, un 34enne già candidato alla Comunali di Roma con Forza Italia nel 2016 (al municipio XIV) e rappresentante di Lista della Lega – sempre nella capitale – alle ultime elezioni per la nomina del nuovo sindaco. La donna ha raccontato, nel dettaglio, le attività di stalking subite e quel bambino perso a causa delle vessazioni fisiche e dei ripetuti stupri. Lui, invece, si difende attraverso le parole del padre che nega ogni accusa mossa nei confronti del figlio. Il giudice, però, ha ordinato – applicando il codice rosso – il divieto di avvicinamento (entro i 200 metri) con tanto di braccialetto elettronico.

Valerio Cirillo, ex rappresentante della Lega, accusato di stupro e botte

La donna ha raccontato al quotidiano La Repubblica la genesi di quella relazione. Lei e Valerio Cirillo si sono incontrati durante una cena elettorale nel settembre del 2021. Marta faceva parte della segreteria politica del candidato (per il centrodestra) Domenico Naso al XIV Municipio di Roma; lui era un rappresentante di lista della Lega (così le disse) che andava in giro per le attività di promozione elettorale e raccolta voti. Nel giro di pochi giorni – ha raccontato la donna – l’uomo si è subito trasferito a casa sua e da lì sono iniziati gli episodi di violenza, anche mentre lei (dopo solo un mese) era rimasta incinta.

“Le prime violenze sono state psicologiche. Sono insegnante elementare e mi accompagnava ogni giorno a scuola. Squadrava chiunque mi parlasse”.

Marta parla anche di altri episodi, come quando l’uomo utilizzò la sua impronta digitale per sbloccare il suo telefono e accusarla dopo aver letto delle conversazioni con un collega. E proprio lì è nato il “gioco della moneta”. Un testa o croce per “sancire” la veridicità delle sue risposte in merito alla presunta accusa di avere una relazione con il collega. Un “gioco” che finì tra le urla e con la “punizione”: chiusa in bagno per ore. Poi, però, l’escalation sarebbe diventata sempre più violenta.

“Mi ha lanciato contro una stufa, mi ha picchiata e stuprata più volte. ‘Tu devi dimostrarmi di essere mia’, mi ripeteva. E anche mentre dormivo mi spogliava e abusava di me. Mi ha picchiata anche davanti a sua madre, mi ha fatto tagliare i ponti con tutti gli amici”.

Atti di violenza che nel mese di dicembre, a sei settimane di gestazione, hanno colpito anche il feto che portava in grembo costringendola a un aborto. E lui, secondo il racconto della donna, negò che quanto accaduto fosse colpa delle sue violenze (lei dice di avere anche foto per confermare tutto ciò), ma perché lei si occupava “troppo della lavatrice”. Atti di violenza e intimidatori che hanno inibito la donna per moltissimi mesi. Poi, lo scorso 2 aprile, ha trovato il coraggio di denunciare tutto. Prima alla madre, poi alle forze dell’ordine. E ora il braccialetto elettronico, il divieto di avvicinamento e l’indagine per stalking nei confronti dell’uomo.

La versione dell’accusato

In questi giorni Valerio Cirillo si sta difendendo sui social dalle accuse mosse dall’ex fidanzata. E a quei post si aggiungono anche le parole di Vincenzo Cirillo, padre del rappresentante di lista della Lega alle ultime elezioni capitoline, che non nega – come riportato da Fanpage – alcuni problemi psicologici del figlio, ma lo difende da ogni addebito:

“Non voglio difendere mio figlio a tutti i costi, non sono Beppe Grillo. So che Valerio ha commesso degli errori ma nel confondersi con quella ragazza, lui non l’ha mai toccata con un dito”.

Poi sostiene che l’aver tirato in ballo la politica sia stato un mero gioco delle parti per sollevare il polverone mediatico (parlando delle elezioni del 12 giugno prossimo) e respinge le altre accuse mosse da Marta nei suoi confronti e di quelli di sua moglie (costretta a salire in auto per poi sequestrarla in casa). E per questo, la denuncerà per diffamazione.

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