La valanga a La Thuile in Valle d’Aosta che ha ucciso uno sciatore di 25 anni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-07

A La Thuile, in Valle d’Aosta, una slavina ha investito due sciatori: uno è riemerso dalla neve senza gravi conseguenze, mentre l’altro, Lorenzo Bonafè, 25enne di Milano, è morto dopo un tentativo di rianimazione all’ospedale di Aosta

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La valanga nella zona del Piccolo san Bernardo, sopra La Thuile in Valle d’Aosta, ha ucciso una persona. Si tratta Lorenzo Bonafè, sciatore milanese di 25 anni, travolto e rimasto sepolto sotto quasi un metro di neve. Era stato estratto vivo e trasportato a valle in elicottero: giunto in condizioni disperate in ospedale intorno alle 14, è morto a causa di un politrauma. Altre due persone sono rimaste coinvolte nel disastro: una è riuscita a uscire dalla massa nevosa senza riportare particolari ferite ma è comunque sotto osservazione medica, l’altra non è stata investita direttamente ed ha potuto dare l’allarme. Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, i tre ragazzi non erano dotati di Artva, l’apparecchio di sicurezza che fornisce ai soccorritori l’esatta posizione sotto la neve, né di sonda, che serve a cercare un compagno rimasto sepolto.

L’incidente è avvenuto a circa 2.200 metri di quota, nella zona della Forclaz. Per i volontari del Soccorso alpino valdostano la dinamica è andata così: i tre, dopo essere saliti in quota con gli impianti di Chaz Dura, stavano scendendo fuoripista in uno stretto canalone, quando all’improvviso una parte del pendio –  instabile per la neve “ventata” che si è accumulata nelle ultime ore – ha iniziato a scivolare verso valle, travolgendo i due giovani sciatori. La slavina è finita su una pista che attualmente è chiusa. L’intervento di soccorso è stato immediato, con l’elicottero e con l’aiuto di un cane da valanga. Il ritrovamento di un bastoncino e di altra attrezzatura da sci ha portato i soccorritori nel punto dove Lorenzo Bonafè era sepolto. I medici del pronto soccorso di Aosta lo hanno intubato e hanno cercato di rianimarlo per oltre un’ora, ma non c’è stato nulla da fare.

“Siamo intervenuti di supporto con i pisteur-secouriste non appena la Protezione civile ci ha informati”, ha spiegato Killy Martinet, presidente delle funivie del Piccolo San Bernardo. “Quella zona del comprensorio – ha aggiunto – è attualmente chiusa. Abbiamo riaperto il 3 dicembre la zona principale, in quella ancora non c’erano le condizioni. Quando ci sono zone chiuse sono segnalate e delimitate. In questo momento siamo vicini alle famiglie degli escursionisti coinvolti”.

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