Attualità
Vaccini: denunciare i genitori che si oppongono?
Chiara Lalli 01/02/2015
Vaccini sì, vaccini no: la scelta non è solo personale ma riguarda anche tutti gli altri. Esistono modi per difendersi dalla crociata antivaccini?
A porre (o meglio, a porre nuovamente) la domanda è Nicholas Diamond (Anti-vaccination parents are fueling a measles outbreak. Should you sue?, Msnbc, 30 gennaio 2015).
EPIDEMIA DI MORBILLO
Negli Stati Uniti c’è una vera e propria epidemia di morbillo, in parte dovuta ai genitori che si rifiutano di vaccinare i propri figli. Il morbillo è una malattia pericolosa e facilmente evitabile: con il vaccino. Secondo il Centers for Desease Control and Prevention (CDC) i bambini dovrebbero essere vaccinati tra i 12 e i 15 mesi e poi tra i 4 e i 6 anni. Ma nel 2012 solo il 91,4% degli adolescenti era stato vaccinato. Ovviamente più è alta la percentuale dei vaccinati, meno la malattia si diffonde. L’immunità di branco (o di gruppo o di gregge) si ha intorno al 95% dei vaccinati: in questo caso anche i non vaccinati godono degli effetti del vaccino, avendo meno possibilità di contrarre la malattia.
PERCHÉ RISCHIARE?
Il beneficio è abbastanza evidente, e allora perché siamo fermi al 91%? Perché alcuni genitori si ostinano a esporre i propri figli (e quelli degli altri) a una malattia evitabile? Negli Stati Uniti bisogna essere vaccinati per andare a scuola (e molti genitori sono convinti che sia giusto vaccinare i figli). Ma poi la legge prevede vari tipi di eccezione: di ordine medico e religioso e personale (qualcuno invoca le «esenzioni filosofiche»…; qui una guida). In California l’esenzione per motivi personali è molto diffusa. Si potrebbe intervenire legalmente? O in altro modo? E come ci si difende dai non vaccinati? Un genitore il cui figlio ha contratto il morbillo da un bambino non vaccinato potrebbe accusare il genitore antivaccini di negligenza (se ne discute qui Free to choose but liable for the consequences: should non-vaccinators be penalized for the harm they do)? Non sarebbe facile, perché servirebbe dimostrare che è stato violato un dovere (di vaccinare) e che la violazione ha causato il danno. Non è facile dimostrare il rapporto di causa-effetto e nemmeno immaginare un obbligo di vaccinare la cui violazione costituirebbe un danno in senso forte (cioè giuridicamente rilevante). È indubbio però che decidere di non vaccinare i propri figli non sia una decisone esclusivamente personale ma è una questione di salute pubblica.
TORNARE AGLI ANNI CINQUANTA
Sul New York Times, sempre il 30 gennaio (Vaccine Critics Turn Defensive Over Measles, Jack Haley e Michael Paulson), il pediatra Eric Ball racconta di avere a volte la sensazione di fare il medico negli anni Cinquanta. Ball vive in un posto dove alcune scuole hanno il 50-60% di bambini non completamente vaccinati e tra il 20 e il 40% di genitori che richiamano credenze personali per l’esenzione. Il morbillo non è l’unica malattia tornata a rischio a causa della ossessione naturale contro i vaccini: possiamo aggiungere il tetano, la pertosse o la polio.
«È molto frustrante – dice Ball – è difficile vedere un bambino soffrire per qualcosa che potrebbe essere facilmente evitato». Il CDC riporta 28 casi di morbillo dall’inizio dell’anno.
E a proposito di morbillo, io9 oggi ricorda la morte della figlia di Roald Dahl nel 1962 e la lettera che scrisse nel 1988 al riguardo (Read Roald Dahl’s Powerful Pro-Vaccination Letter (From 1988), 1 febbraio 2015). Olivia aveva 7 anni e, quando la malattia sembrava quasi passata, aveva mostrato strani sintomi e aveva detto di sentirsi assonnata. Dopo un’ora era incosciente e dopo 12 era morta. Il morbillo era diventato encefalite. Anche oggi ci sarebbe poco da fare di fronte a questa evoluzione, ma esiste un’arma efficace contro l’insorgenza del morbillo. Nella lettera, Dahl invita i genitori a vaccinare i figli per evitare che possa accadere loro quanto successo a Olivia.
IN ITALIA
Non mancano le ossessioni indigene contro i vaccini. Nelle Marche il calo è del 5% (i genitori sono «preoccupati» per i vaccini e non per le conseguenze di rifiutarli…). E alcuni tribunali cadono nella rete dei vaccini-che-causano-l’autismo. Per fortuna non tutti: «Secondo il giudice, «espletata la consulenza medico-legale, il C.T.U. [n.d.r.: consulente tecnico d’ufficio]ha concluso non riconoscendo la sussistenza di un rapporto causale fra il disturbo da alterazione globale dello sviluppo di tipo autistico, il ritardo mentale, la epilessia, dai quali il minore è risultato affetto, e le vaccinazioni alle quali lo stesso è stato sottoposto». Il consulente, un medico legale, ha infatti smentito l’esistenza di un collegamento dei vaccini «sia tra l’autismo, sia con l’encefalite post vaccinale supposta» dai genitori. In pratica, il bambino non ha avuto alcuna reazione avversa alle vaccinazioni. Inoltre, ricorrendo a un’ampia documentazione scientifica, il consulente ha spiegato come comunque non sia mai stato dimostrato il nesso causale tra i vaccini e il tipo di disturbi che si sono presentati nel bambino (così si espresse, ricordiamo, anche l’Oms nel 2013). Questi disturbi hanno invece una causa ancora non nota, ma di sicuro non sono secondari alle vaccinazioni» (Un’altra sentenza nega il collegamento tra autismo e vaccini, VaccinarSì, 30 gennaio 2015).