Un boss sull'auto pirata di Mattia Battistini?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-01

L’ipotesi sul Corriere della Sera

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Il Corriere della Sera torna oggi sull’incidente provocato dalla Lancia Lybra in via Mattia Battistini a Roma: dopo l’arresto di una ragazza che si trovava sull’automobile, moglie di uno dei due presunti occupanti, il giornale dà conto di un’ipotesi sugli altri due occupanti. Nell’articolo a firma di Rinaldo Frignani si ricorda prima che il padre di uno dei due ragazzi di etnia rom accusati è inattendibile:

Sanno che sulla Lancia Lybra grigia, intestata da soli tre giorni a un prestanome napoletano già proprietario di 67 vetture acquisite da un «collega» calabrese che ne ha 17, c’erano loro insieme con Maddalena. E sanno anche che Batho è inattendibile,almeno fino a questo momento: non guidava lui (come aveva detto poche ore dopo l’incidente auto accusandosi della tragedia), né si trovava seduto accanto al figlio sedicenne Antony (come ha riferito tre giorni fa in un secondo interrogatorio). Antony è uno dei latitanti e, per ora, il sospettato numero uno per l’omicidio di Corie Peres A bordo. Per la polizia nessuno dei tre uomini è comunque indagato.

boccea mattia battistini
Secondo gli investigatori, spiega l’articolo, il motivo del mancato ritrovamento dei latitanti risiederebbe nel fatto che nell’auto si trovasse un boss:

Il sospetto sempre più concreto è che dalla presunta messinscena per far passare Batho al volante dell’auto killer, ci sia adesso il massimo sforzo per coprire il quarto personaggio coinvolto in questa drammatica vicenda. Il boss, il pregiudicato amico — forse anche cugino— del sedicenne ricercato. Tutto un altro spessore rispetto a ragazzino, che ha piccoli precedenti per furto. E così si spiegherebbe l’utilizzo di un’auto «pulita» — addirittura con due teste di legno italiane come garanzia —, forse pronta per essere usata in qualche rapina, e comunque già vista dai vigili urbani parcheggiata nel maxi campo nomadi di via di Salone,al Collatino, altro scenario degli affari sporchi dei clan.

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