L’eroina di guerra ucraina Nadia Savchenko accusata di voler distruggere il Parlamento di Kiev

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-03-22

Nel 2014 era stata catturata dai russi e condannata a 22 anni di carcere per l’uccisione di due giornalisti della televisione di stato. Tornata in Ucraina nel 2016 si era buttata in politica lanciando accuse contro i parlamentari responsabili – a suo dire – della strage di Maidan. Oggi il procuratore generale la accusa di golpe e di aver progettato un assalto armato al Parlamento

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La “top gun” Nadezdha “Nadia” Savchenko è considerata in Ucraina un’eroina di guerra, addirittura la Giovanna D’Arco ucraina. Nel marzo del 2016 la ex pilota di elicotteri d’assalto (la prima donna a diventarlo), parà e tiratrice scelta era stata condannata in Russia a 22 anni di carcere. L’accusa era quella di aver aiutato il gruppo di combattenti neonazisti del battaglione Ajdar (dove si era arruolata come volontaria) ad individuare ed uccidere due reporter russi, Anton Voloshin e Igor Korneliuk. L’assassino era avvenuto nel Donbass all’inizio della guerra del 2014 e la donna era stata catturata nell’estate dello stesso anno. Oggi il Procuratore generale ucraino Lutsenko ha chiesto l’arresto nei confronti di Savchenko con l’accusa di aver pianificato un attentato alla Rada, il Parlamento dell’Ucraina.

La parabola ucraina di Savchenko: da eroina a terrorista

Poco dopo la condanna del tribunale russo di Donetsk la Savchenko (che nel frattempo aveva iniziato uno sciopero della fame per protesta) era stata protagonista del primo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina. Nel maggio del 2016 il rientro in patria della “top gun” a Kiev era stato accolto dal presidente Poroshenko e da una folla di militanti commossi. In quell’occasione il presidente ucraino aveva detto «Come abbiamo riportato indietro Nadia così riporteremo indietro il Donbass e la Crimea». Successivamente al suo arresto la Savchenko era stata eletta nell’ottobre del 2014 al Parlamento ucraino nelle file di “Patria” (Batkivschina), il partito liberal-conservatore, guidato dall’ex leader della Rivoluzione arancione Julija Tymošenko. Nel dicembre del 2016, una volta tornata in Ucraina, aveva abbandonato “Patria” e lanciato il suo movimento poltico: RUNA.

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Secondo il Procuratore la Savchenko aveva pianificato un piano terroristico con l’intenzione di  “far saltare in aria l’aula”. Savchenko è accusata inoltre di ‘tentato golpe’. Il comitato per il Regolamento ha già votato l’autorizzazione all’arresto e alla rimozione dell’immunità diplomatica di cui godeva la deputata di “Patria”. Ora non resta che il voto del Parlamento per il via libera definitivo all’arresto. L’ex pilota di elicotteri ha negato tutte le accuse dicendo di sapere di essere sotto controllo dei servizi segreti ucraini (SBU) i quali avrebbero ricevuto l’ordine “di incastrarla”. Proprio essendo a conoscenza del piano la Savchenko avrebbe deliberatamente “giocato” con gli 007 ucraini: “Tutte le prove – ha detto in precedenza Savchenko – sono state fabbricate”. La “top-gun” ha ammesso di aver discusso l’ipotesi di assaltare il Parlamento con degli ufficiali dell’esercito ma che si trattasse di una fantasia.

Le accuse a Nadia Savchenko

Il Procuratore Yuriy Lutsenko sostiene invece che l’eroe di guerra avrebbe stilato un piano dettagliato per bombardare a colpi di mortaio la cupola della Rada e uccidere gli eventuali parlamentari sopravvissuti a colpi di fucile. Nei giorni scorsi, prima che venissero formulate accuse a suo carico, Savchenko aveva da parte sua sostenuto che Lutsenko doveva essere processato per aver coperto il coinvolgimento del segretario della sicurezza  Andriy Parubiy (nonché uno dei capi delle proteste di Euromaidan) nel ricorso a cecchini per sedare le proteste di Maidan che causarono la morte di dozzine di persone. Successivamente però la ex “Top Gun” e veterana della guerra in Iraq aveva corretto il tiro dicendo che in realtà Serhiy Pashinskyy, anch’egli deputato di “Patria” e molto vicino alla Tymošenko.

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Nadia Savchenko (via Facebook.com)

Dal suo ritorno in patria Nadia Savchenko è stata una spina nel fianco (come scrisse il Washington Post) per Poroshenko avendo sempre duramente criticato l’operato del presidente e la gestione della crisi con la Russia e le concessioni fatte ai separatisti filo-russi. Al tempo stesso la deputata ex-parà godeva anche di ampie aperture di credito presso le istituzioni europee. Paradossalmente ora l’ex prigioniera di guerra è accusata di avere dei legami con la Russia. Nel gennaio del 2017 alcuni deputati chiesero l’apertura di un’indagine sulla Savchenko (che aveva anche pubblicato su Facebook una lista dei prigionieri di guerra) per chiarire alcune “azioni anti-ucraine” dopo che Savchenko suggerì di non insistere sulla restituzione della penisola della Crimea e di concentrarsi invece sulle regioni di Donetsk e Luhansk. Al tempo stesso però la deputata ha più volte accusato il governo di aver abbandonato la Crimea. All’inizio di marzo Savchenko aveva testimoniato in difesa di Volodymyr Ruban, uno dei capi negoziatori delle trattative per lo scambio di prigionieri con la Russia, accusato di voler uccidere Poroshenko.

 

 

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