“Tu stai fuori”, il 16enne discriminato all’ingresso di una discoteca di Cervia perché nero

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-25

A denunciare il fatto è stato il padre del giovane Pierre, un ragazzo di origini senegalesi che vive in Italia da quando aveva 5 mesi

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Tu sì, tu anche. Tu invece no. Questa è una storia di discriminazione avvenuta all’entrata di un locale di Cervia. Protagonista (vittima) di questa vicenda è il giovane Pierre, che la sera del 23 luglio si trovava in compagnia di un gruppo di amici per andare a ballare in una discoteca della nota località balneare romagnola. Contro di lui nessuna frase o epiteto razzista, ma è stato il comportamento del buttafuori ad avere tutti i crismi discriminatori. Perché mentre tutte le persone “bianche” venivano fatte entrare, lui e gli altri giovani con la pelle nera erano stati respinti all’ingresso.

Cervia, un 16enne discriminato in discoteca perché nero

A denunciare quanto accaduto sabato sera a Cervia è stato Roberto Busi, padre del giovane Pierre che lo ha adottato quando era piccolissimo. Il ragazzo è di origini senegalesi (nato a Dakar 16 anni fa) e vive in Italia da quando aveva 5 mesi. Una volta tornata a casa, dopo quella serata, è stato proprio il genitore a raccogliere il racconto del figlio:

“Verso le 23:30 Pierre si presenta con un gruppo di circa altri dieci suoi amici, con prenotazione del tavolo e mentre il buttafuori faceva entrare gli altri a lui veniva negato l’accesso. Alla sua legittima domanda ‘perché?’ gli veniva risposto dal buttafuori: ‘perché lo dico io!’ Fuori c’era già un altro gruppo di ragazzi neri ai quali era stato negato l’accesso”.

Poi, dopo una lunga mediazione da parte del miglior amico del giovane Pierre, è stato “concesso” l’ingresso anche al 16enne. Ma prima di poter varcare la soglia di quel locale di Cervia, come raccontato dal padre al quotidiano La Repubblica, è passata oltre un’ora. Lo stesso genitore ha ribadito come non ci sia stato alcun insulto di stampo razzista, ma la discriminazione è stata evidente nei comportamenti e negli aggiornamenti. Lo stesso Roberto Busi – che non ha voluto fare il nome del locale – ha detto di aver trovato su internet testimonianze di altri ragazzi che avevano subito, anche nel recente passato, lo stesso tipo di trattamento all’ingresso di quella discoteca.

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