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Travaglio riscrive la storia: Armando Diaz si dimise dopo la disfatta di Caporetto

neXtQuotidiano 09/08/2022

L’editoriale su Il Fatto Quotidiano e quella citazione storica completamente sbagliata

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Lo ha chiamato “sogno di mezza estate”, ma l’effetto finale è quello di un vaneggiamento condito da gaffe storiche sulla storia dell’Italia. Marco Travaglio, nel suo editoriale di oggi su Il Fatto Quotidiano, prova a ironizzare – ma neanche troppo – sulla decisione che dovrebbe prendere Enrico Letta (e altri esponenti del Partito Democratico) dopo il tira e molla e la rottura con Carlo Calenda. E per farlo, prova a utilizzare un paragone storico: dovrebbero dimettersi come fece Armando Diaz dopo la disfatta di Caporetto durante la prima guerra mondiale. Sì, Armando Diaz: colui il quale venne promosso dopo la disastrosa campagna militare guidata da Luigi Cadorna (che venne destituito).

Travaglio e la gaffe sulle dimissioni di Armando Diaz dopo la disfatta di Caporetto

Una gaffe che racconta di un falso storico utilizzato malamente per cercare di ironizzare e criticare il comportamento di Letta e degli altri esponenti del Partito Democratico.

“E ora la fantapolitica. Letta e i vicedisastri Franceschini, Guerini&C., come Diaz dopo Caporetto, si dimettono. E nominano reggente del Pd l’unico leader che ancora scaldi il cuore del fu elettorato di sinistra: Bersani”.

I dettagli del seguito di questa storia di fantapolitica sono le scuse di Bersani (a nome del Partito Democratico) a Conte e la creazione di un tavolo per scrivere un programma condiviso tra PD e M5S. Questo il sogno di mezza estate di Travaglio. Ma a fare rumore è la clamorosa gaffe storica.

Perché la storica disfatta di Caporetto, durante la prima guerra mondiale (era l’autunno del 1917), non vedeva un fronte italiano guidato da Armando Diaz. Al vertice dell’operazione militare c’era l’allora generale Luigi Cadorna che dopo la sconfitta venne destituito. Insomma, non si dimise per propria volontà, ma fu invitato a farlo. Cadorna e non Armando Diaz. Perché quest’ultimo fu proprio promosso, al posto di Cadorna, dopo che quest’ultimo si rese protagonista della più grande sconfitta italiana durante il primo conflitto mondiale. E, sotto la sua guida, l’esercito italiano risollevò le sue sorti. E, leggendo l’editoriale di Travaglio sotto questa corretta chiave storica, sembra quasi un buon auspicio a Enrico Letta.

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