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Il Fatto Quotidiano pubblica l’estratto conto di Renzi. Lui: “È una caccia all’uomo”
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2021-11-07
I bonifici in entrata di Matteo Renzi sono stati resi pubblici dal Fatto Quotidiano, scatenando la reazione dell’ex premier: “Violata la Costituzione e le leggi”
L’estratto conto di Matteo Renzi era stato acquisito dalla Procura di Firenze nell’ambito dell’indagine che ha coinvolto l’ex premier per concorso in finanziamento illecito assieme agli ex ministri Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Migliaia di atti depositati dai pm, tra i quali un’informativa del 10 giugno 2020 della Guardia di Finanza che contiene anche gli estratti del conto corrente intestato al senatore di Scandicci. Gli incassi non sono oggetto di indagine, ma nonostante questo sono finiti nelle pagine del Fatto Quotidiano: il giornale diretto da Marco Travaglio li ha pubblicati, fornendo anche un’accurata descrizione delle varie voci, scatenando l’indignazione di diversi politici e sollevando ancora una volta il tema dei rapporti tra Procure e informazione.
Il titolo dell’articolo è: “Ecco chi paga Renzi: Arabia, Benetton & C.”. In due anni, 2,6 milioni di euro arrivati da privati e istituzioni straniere. “Gli incassi dell’ex premier non sono oggetto di indagine”, spiega lo stesso giornale. Al centro dell’inchiesta ci sono infatti i contributi volontari finiti nelle casse della Fondazione Open.
“La procura – ha denunciato su Twitter il parlamentare di Azione Enrico Costa – acquisisce l’estratto conto bancario privato di Renzi, che magicamente finisce pubblicato, voce per voce, sul Fatto. Un atto istruttorio utilizzato per gossip giornalistico. Purtroppo le sanzioni per questa violazione sono ridicole e tutti se ne fregano”.
Matteo Renzi ha annunciato querela: “Hanno messo online il mio conto corrente – ha scritto su Facebook – violando Costituzione e Leggi. Hanno scelto come testimone dell’accusa penale un avversario politico. Hanno captato comunicazioni e intercettazioni con un metodo che è stato contestato persino dalla Cassazione. Ora mi aspetta una lunga battaglia in sede civile e penale per ottenere il risarcimento che merito. La farò con tenacia e metodo, passo dopo passo, senza rabbia. Non ho nulla da temere ed anzi la pubblicazione incivile di questi documenti non fa che confermare la mia trasparenza e correttezza”.