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La ragazza di Torino portata da un prete esorcista dai genitori perché lesbica

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-13

Una sedicenne di Torino è stata portata da un prete esorcista dopo aver fatto coming out con i suoi genitori

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Speravano di poter farla diventare eterosessuale con un rito, così l’hanno portata da un prete esorcista perché non accettavano il fatto che fosse lesbica: è soltanto una delle atrocità disumane che una ragazza di 16 anni di Torino ha dovuto subire dai suoi genitori dopo aver rivelato il suo orientamento sessuale. Aveva raccontato la sua sofferenza in una lettera a una delle sue insegnanti, riporta l’edizione odierna locale di Repubblica. La vicenda è stata anche affrontata in sede giudiziaria, con la pm Barbara Badellino che aveva formalizzato nei confronti della coppia un’accusa per maltrattamenti. Interrogato il sacerdote chiamato ad eseguire il rito ha dichiarato: “Non c’è il maligno dietro all’omosessualità. Non si può fare un esorcismo per questo. Io posso solo parlarle per darle un conforto religioso”.

La ragazza di Torino portata da un prete esorcista dai genitori perché lesbica

Oltre all’umiliazione di doversi sottoporre a una sorta di esorcismo, gli effetti del coming out della giovane sulla sua vita familiare sono stati enormi: le è stato vietato di uscire di casa per vedere la sua compagna, le è stato impedito di vestirsi come preferiva, ogni sua scelta è stata attentamente controllata dai genitori, al punto da non avere più un dialogo, ma soltanto ordini e discussioni. Era stata allontanata da casa ed affidata ad una comunità, condizione che l’ha però portata a soffrire e voler ritornare a vivere con i suoi genitori, nella speranza di essere accettata. Con l’intervento dei servizi sociali era stato avviato un percorso di supporto psicologico a lei dedicato, ma anche un accompagnamento dei genitori per portarli verso l’accettazione dell’orientamento sessuale della figlia. L’obiettivo è stato raggiunto, al punto che la procura ha poi chiesto l’archiviazione dall’accusa di maltrattamenti contestata ai genitori, ritenendo – per preservare il nuovo equilibrio familiare – che fosse importante evitare di portare avanti a livello giudiziario una situazione che si era ristabilita.

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