Il test del tampone per chi torna nel Lazio dalle vacanze nei paesi a rischio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-10

Ma il test del tampone, per sicurezza, va ripetuto quindici giorni dopo e il protocollo prevede anche la quarantena. Cosa si farà in questo caso?

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La Regione Lazio vuole effettuare un test del tampone a chi torna nel Lazio dalle vacanze nei paesi a rischio nel Lazio. In vista dell’onda lunga dei rientri dopo Ferragosto, alla luce delle centinaia di casi di giovani (e non) arrivati positivi, si sta studiando un piano di difesa. «Nel Lazio test obbligatorio a tutti coloro che tornano da un Paese a rischio. Ma facciamolo in tutta Italia. Si deve tornare a vivere, ma non distraiamoci e non abbassiamo la guardia». Il messaggio, scritto su Facebook dal governatore Nicola Zingaretti, ha una valenza che va oltre i confini laziali: sta parlando anche il segretario del Pd, partito di maggioranza, nel giorno dell’incremento di nuovi casi positivi di ragazzi al ritorno da vacanze, fatte anche di eccessi e movida, in altri paesi europei, soprattutto in Croazia e Grecia. La linea è anche quella dell’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato, che si è speso in più occasioni perché ci sia un filtraggio per chi entra o rientra in Italia. Ma il test del tampone, per sicurezza, va ripetuto quindici giorni dopo e il protocollo prevede anche la quarantena. Cosa si farà in questo caso? Secondo il Messaggero la formula che il Lazio sta pianificando di utilizzare per i vacanzieri è simile a quella sperimentata con i bus dall’Est Europa.

Si fa il test sierologico, che consente di avere un responso molto veloce, ma si realizza anche un controllo incrociato con un nuovo tampone rapido, già testato dallo Spallanzani, che garantisce l’esito in venti minuti. Ora si tratterà di decidere se allestire una vera macchina organizzativa negli aeroporti, dove tornano i ragazzi (e i non ragazzi ovviamente) che sono stati in vacanza in Europa.

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Ci sono dei nodi da sciogliere: quali Paesi consideriamo a rischio? Se ci si affidasse all’andamento dei contagi, sorvegliate speciali sarebbero Spagna e Francia, ma in realtà, a parte il caso del trentacinquenne tornato da Ibiza, da queste nazioni nel Lazio, ma anche nel resto d’Italia, le persone rientrate con il virus sono state poche. Più frequenti i casi da Croazia e Grecia, nazioni che  però non sempre si raggiungono in aereo

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