Terremoto, i sei morti ad Accumoli e i dieci a Pescara del Tronto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-08-24

Una vittima accertata nella frazione di Illica, nel comune di Accumoli. Il comando dei carabinieri di Ascoli Piceno ha confermato due vittime a Pescara del Tronto, frazione di Arquata, il comune più colpito della provincia ascolana

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Almeno una vittima accertata ad Accumoli, paese nel Reatino epicentro della forte scossa di terremoto di questa notte. Lo rende noto all’AGI il sindaco Stefano Petrucci. “Qui è una tragedia, avviamo crolli e morti. Al momento uno accertato, ma altre quattro persone sono sotto le macerie e non rispondono ai soccorritori. E’ un disastro, siamo senza luce, senza telefoni, i vigili del fuoco non sono ancora arrivati”. Il comando provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno ha confermato due vittime a Pescara del Tronto, frazione di Arquata, il comune più colpito della provincia ascolana, “dove ci sono le maggiori problematiche e molte macerie”. Il terremoto, magnitudo 6.0 delle 3:36 di questa notte ha avuto epicentro ad Accumoli. Per Accumoli si parla anche di una famiglia di quattro persone ancora sotto le macerie.  Due anziani turisti romani sono stati appena estratto vivi e salvati delle macerie della loro abitazione crollata ad Arquata del Tronto a causa della scossa di terremoto di questa notte. Molti residenti e persone in vacanza nel Borgo ascolano sono ancora intrappolate sotto la parti distrutte delle loro casa. Corsa contro il tempo da parte dei soccorritori. Una terza vittima è stata trovata ad Arquata del tronto. In tutto sarebbero sei i morti ad Accumoli.  “Una vittima e’ sicura e ce ne sarebbero altre 5, tra le quali anche dei bambini”, dice il sindaco Stefano Petrucci all’agenzia Askanews. “Purtroppo il numero delle persone che mancano all’appello e’ molto piu’ alto. Stiamo verificando in tutte le 17 frazioni di Accumuli, ma non e’ facile perché i cellulari non funzionano bene”, conclude Petrucci. Un bimbo è stato estratto vivo e sta bene da sotto le macerie di Pescara del Tronto, sul lato marchigiano del sisma quasi al confine con il Lazio. Impossibile, in questo momento, accedere alla città, una delle più colpite dal sisma, con entrambe le vie d’accesso bloccate. Dall’alto le immagini sono apocalittiche. Sarebbero dieci le vittime estratte dalle macerie di Pescara del Tronto, la frazione di Arquata (Ascoli) quasi rasa al suolo dal terremoto. Fra loro forse anche dei bambini. Venti i feriti. La notizia, non ancora confermata ufficialmente, proviene da una fonte informata. Fra le vittime anche uno o più bambini. Due i feriti gravi, trasportati in ospedale in codice ‘rosso’, due le persone estratte vive.
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Terremoto, i morti ad Accumoli e ad Arquata

“Ci saranno almeno sei vittime. Ci sono anche due bambini piccoli”. Così il sindaco di Accumoli Stefano Petrucci, in merito al sisma che ha colpito il suo Comune. “Una persona – conteggia il sindaco – è stata estratta morta dalle macerie questa notte. Poi c’è una famiglia di quattro persone sotto una casa crollata, e qui purtroppo ci sono due bambini piccoli. Inoltre c’è un altro disperso. Mi auguro che i fatti mi smentiscano”. Ad Arquata del Tronto, nell’Ascolano, è in corso l’evacuazione dell’intero borgo storico del paese, per i rischi derivanti dai possibili nuovi crolli delle abitazioni lesionate dal sisma di questa mattina alle 3.36. Nella frazione abitano in estate 300 persone. Intanto nella zona la terra continua a tremare. I vigili del fuoco scavano fra le macerie di Pescara del Tronto, frazione di 100 abitanti del Comune di Arquata del Tronto distrutta dal terremoto, alla ricerca di due bambine. I genitori sono stati estratti vivi dal crollo della loro casa, ma le piccole non rispondono, come altri abitanti del borgo, sorpresi dal sisma mentre dormivano.”Ci sono persone sotto le macerie e ancora non sono arrivati i Vigili del fuoco dopo 2 ore che abbiamo allertato la Prefettura. È scandaloso. Ci sono i Carabinieri arrivati da oltre 100 chilometri ma non i soccorsi. Abbiamo morti accertati nella frazione di Illica, mi auguro solo uno. Ma ci sono almeno quattro persone sotto le macerie e crolli dovunque. C’e’ una famiglia con due bambini piccoli sotto le macerie che non dà segni di vita. La situazione e’ drammatica. Siamo inermi perché non abbiamo mezzi di soccorso”. Così il sindaco di Accumoli in diretta su Rainews24. L’ospedale di Amandola, in provincia di Fermo, è stato evacuato per alcuni distacchi che hanno interessato la struttura a seguito delle scosse di terremoto di stanotte. A breve potrebbero essere evacuate anche case di riposo e altre strutture di accoglienza nel Maceratese, a Castelsantangelo sul Nera e a Montefortino (Fermo).  I paesi che si trovano nel raggio di 10 chilometri dall’epicentro del sisma sono Accumoli, Amatrice, Cittareale e Arquata del Tronto. Migliaia di persone si sono riversate in strada. Il sisma e’ stato avvertito chiaramente anche nella capitale.


Il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci, ha parlato di almeno una vittima accertata nella frazione di Illica, nel suo comune. Ma altre persone, almeno quattro, potrebbero aver perso la vita, intrappolate sotto le macerie. Drammatica testimonianza del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. Parlando con Rainews, Pirozzi ha detto che “si sentono voci provenire da sotto le macerie”. – “La situazione è drammatica. Ci sono stati tanti crolli. Le case sono venute giù e anche anche quelle di costruzione più recente sono lesionate”. E’ la testimonianza del dottor Francesco Nigro, farmacista ad Accumoli. “Abito a pochi chilometri dal paese, nella frazione di Grisciano – dice – dove vivono circa 200 persone. Dopo la prima scossa la gente è uscita dalle case. Non ho notizie di feriti o vittime. La mia casa è crollata come molte altre”. Palazzo Chigi fa sapere che sono attivi i seguenti numeri: del contact center della Protezione civile: 800840840; e della sala operativa della protezione civile Lazio: 803555.
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Terremoto, i morti ad Amatrice

Una scossa di magnitudo 6.0 è stata registrata alle 3:36 con epicentro vicino Accumoli, in provincia di Rieti, e con epicentro a soli 4 chilometri di profondità. Una seconda scossa di magnitudo 5.4 è stata registrata alle 4:33 con epicentro tra Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata) ed ipocentro a 8,7 chilometri di profondità. Crolli sono segnalati ad Arquata del Tronto dove sono state accertati due morti. Vittime sono segnalate anche ad Accumoli dove c’è almeno un morto e una famiglia di quattro persone – due bambini piccoli e i loro genitori – è sotto le macerie e non dà segni di vita secondo quanto testimonia il sindaco Stefano Petrucci. Morti anche ad Amatrice dove ci sono molti crolli.
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Il sisma ha raso al suolo la frazione di Pescara del Tronto (Ascoli Piceno) e si teme che fra le macerie possano esserci vittime. Sul posto sono al lavoro i Vigili del fuoco, il 118 e la Protezione civile. Arquata del Tronto, il borgo è uno dei centri che ha riportato maggiori danni nelle Marche. Altri danni e persone coinvolte in almeno quattro comuni, tre in provincia di Rieti e uno in provincia di Ascoli Piceno. E’ ”alto” e viene aggiornato di ora in ora il numero dei cittadini che nelle Marche sono sfollati per il crollo o i gravi danni subiti dalle loro abitazioni a causa del terremoto. Il sisma è stato avvertito particolarmente in quattro regioni: Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche che appare la più colpita.

Terremoto, il lampadario che balla


Nelle Marche terremotate torna l’incubo del settembre ‘maledetto’, quello del 1997 che ha segnato la storia recente della regione e dell’Umbria. La prima scossa, del settimo-ottavo grado scala Mercalli, fu registrata alle 2:37 del 26 settembre, seguita da onde d’ urto successive: la seconda dell’ ottavo-nono grado e la terza del sesto grado Mercalli alle 11:42. Nella regione i morti furono quattro: una coppia di anziani coniugi schiacciati dalle macerie della propria casa a Serravalle di Chienti (Macerata) e un altro uomo in provincia, un’anziana travolta dai frammenti della facciata della chiesa di San Biagio a Fabriano qualche ora dopo. Circa 7.000 persone rimasero senza casa, prima alloggiate in tenda e poi costrette a vivere per mesi in villaggi provvisori di container, allestiti vicino ai centri abitati. I danni – per oltre quattro miliardi di euro – riguardavano case, edifici privati e strutture pubbliche, attività produttive e beni culturali. Una ferita rimarginata con una ricostruzione materiale accurata e senza ombre, ma le ferite psicologiche sono ancora tutte lì.

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