I terremotati del Centro Italia sfrattati dagli hotel

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-05-02

A Porto Sant’Elpidio gli sfollati del terremoto di ottobre sono “invitati” a lasciare alberghi e campeggi per far posto ai turisti. La Regione dice che non è obbligatorio ma intanto c’è tempo fino al 15 maggio per accettare il trasferimento. E così gli sfollati diventano sfrattati.

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Sta per iniziare la stagione turistica e per gli sfollati del terremoto dell’autunno scorso ospitati nelle strutture della costa adriatica è tempo di andarsene. La Regione Marche ha infatti “invitato” 150 sfollati che dall’ottobre 2016 vivono nei camping e negli alberghi di Porto Sant’Elpidio (Fermo) a spostarsi altrove per lasciare spazio ai turisti. Non torneranno però nelle loro case e nei loro paesi ma verranno ulteriormente sfollati a Lido di Fermo e a Marina Palmese.
 

Gli sfollati delle Marche vengono sfrattati

I terremotati quindi verranno ulteriormente allontanati dai loro paesi e le persone, che in questi mesi avevano cercato di ricostruire una precaria forma di comunità, saranno di nuovo disperse. Gli sfollati denunciano anche come diversi nuclei familiari, con la nuova “sistemazione”, verranno separati. C’è chi ha la zia malata che sarà destinata ad una struttura mentre il resto della famiglia verrà sistemato in un’altra ad una certa distanza. Un dramma nel dramma che rende ancora più difficile accettare quello che Regione Marche presenta come un invito e non come un obbligo. Ma il motivo del nuovo trasferimento è chiaro: i camping e gli alberghi devono fare spazio ai turisti. I terremotati, che non hanno ancora ricevuto le chiavi delle famose “casette”, non possono tornare nei loro paesi d’origine.

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Il foglio con cui si invitano gli sfollati a lasciare le strutture ricettive

 
Le casette d’emergenza, promesse mesi fa, infatti non ci sono. A complicare le cose c’è il fatto che la situazione è tutt’altro che chiara. L’avviso di trasferimento consegnato agli sfollati dei terremoti del 26 e 30 ottobre 2016 prevede che il trasferimento avvenga entro il 15 maggio. Come ha spiegato Diego Camillozzi dell’associazione La Terra Trema Noi No quel foglio, arrivato sostanzialmente senza spiegazione, è stato visto da molti come un avviso di sfratto.
 

Lo scontro da Regione Marche e associazioni di categoria

Se i terremotati vedono quel foglio consegnato dalla protezione civile come un ordine la Regione ha un’altra teoria. Regione Marche, che da ottobre non è stata in grado di costruire le casette, nega si tratti di uno sfratto. L’assessore regionale Moreno Pieroni, parlando del trasferimento degli ospiti di un camping ha insistito sulla “volontarietà” dei trasferimento:

Nessuno sfollato ospite dei camping verrà costretto a trasferirsi in un’altra struttura. Chi si vuole spostare lo farà spontaneamente. Questa è la linea dettata dal presidente delle Marche Luca Ceriscioli nei giorni scorsi, e a questa ci atteniamo.

Ma la situazione sembra diversa perché Unioncamping, l’associazione dei titolari dei campeggi ribatte che la causa del problema è proprio la Regione:

I titolari dei camping hanno fatto il massimo per garantire in questi mesi l’accoglienza e il supporto agli sfollati. Se siamo arrivati a questo punto è perché la Regione non ha individuato a suo tempo alcuna soluzione alternativa.

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Regione Marche, spiegano invece terremotati, non è riuscita in questi mesi a trovare un accordo con gli albergatori e quindi ora si vede costretta a trasferire gli sfollati in altre strutture. I terremotati si sentono così trattati come pacchi postali e nella loro situazione è difficile comprendere il senso di questa modalità d’aiuto che continua a complicare loro la vita. I terremotati si trovano così presi in mezzo a questa lotta e sono i primi a rimetterci.  Il Sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, ha fatto sapere, tramite un rappresentante dei comitati, che “nessuno si deve muovere da proprio attuale alloggio” e che, se qualcuno si permettesse di fare azioni forzose, si chiami immediatamente il sindaco stesso.

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