Tanti bambini come Loris Stival

di John Battista

Pubblicato il 2014-12-04

Violenze e adescamenti mentre le istituzioni falliscono e la Polizia Postale chiude

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Loris Andrea Stival aveva 8 anni. Probabilmente sognava di fare l’astronauta o l’esploratore, come tanti altri bambini della sua età e chissà, forse, crescendo ci sarebbe riuscito, perché qualche volta anche i sogni impossibili si avverano. Invece la sua vita è terminata in un canalone di campagna, il suo nome è diventato famoso grazie all’assalto mediatico che immancabilmente soverchia le indagini e il dolore e una volta spente le luci dei riflettori scomparirà per sempre, finendo ad allungare la lista silenziosa di migliaia di bambini uccisi, scomparsi o violentati negli ultimi anni.
 

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Andrea Loris Stival: il bimbo ritrovato morto a Santa Croce di Camerina

LORIS STIVAL: L’INDAGINE
Il cacciatore che ne ha trovato il corpo avvertendo le autorità, è stato interrogato, la sua casa e le sue auto sono state perquisite e infine è stato iscritto nel registro degli indagati, come è stato dettagliatamente riportato da tutti i media.  Atti dovuti, dicono gli inquirenti. Ma c’è qualcosa da rivedere in questa storia degli atti dovuti e nella relativa pubblicità mediatica. Non meravigliamoci se la prossima volta qualcuno penserà bene di guardare dall’altra parte, quando scoprirà il corpo senza vita di qualcuno, magari di uno dei 570 bambini scomparsi nel nulla negli ultimi cinque anni in Italia. Hai voglia a lamentarsi, il Procuratore, che “dalla popolazione non è venuto nessun aiuto”. Se aiutare significa finire perquisiti, indagati e sbattuti su tutti i giornali, è normale che la gente preferisca farsi i fatti suoi.
In queste ore ancora non è chiaro cosa sia successo a Loris e chi lo abbia ucciso. Le indagini sono in corso e i processi mediatici sono appena cominciati. Sicuramente pseudo-esperti e compiti commentatori allieteranno le serate degli italiani che seguiranno ogni dettaglio e ogni ipotesi sgranocchiando salatini e bevendo birra sul divano. Dal 1970 a oggi ci sono stati oltre 500 casi di bambini uccisi dai propri genitori. Non è possibile quantificare quante migliaia, ogni anno, rischiano la vita per i maltrattamenti subiti in famiglia. E’ evidente l’assenza di un sistema di sorveglianza in grado di prevenire e intercettare queste tragedie, che operi efficacemente sia sul piano familiare che scolastico. Ma del resto, non siamo in grado di impedire che bambini piccoli e piccolissimi siano esposti agli angoli delle strade e ai semafori a chiedere l’elemosina e costretti a vivere in tuguri o a morire nell’incendio di una baracca di lamiere, figuriamoci pensare di sorvegliare la situazione nelle case e nelle scuole, dove le mura nascondono i drammi.
E vogliamo parlare degli adescamenti, delle violenze sessuali, della pedofilia? Oggi i bambini, già dalla scuola elementare, sono connessi a Internet: con il telefonino, con il computer, con il tablet. Le statistiche dicono che il 60% dei bambini che usano Internet è oggetto di contatti da parte di sconosciuti, buona parte di loro è stata vittima di adescamenti o tentativi di adescamento. Un problema così grave da indurre il “legislatore” a introdurre il reato di “adescamento di minorenni”. La pena? Da uno a tre anni. In un’Italia dove nemmeno chi ruba, rapina, spaccia o violenta finisce davvero in galera (tenuto conto dei vari benefici di cui godono i criminali, che comprendono sospensione della pena, pene alternative alla detenzione, prescrizione e chi più ne ha ne metta) non abbiamo alcun dubbio sull’efficacia deterrente della sanzione prevista dall’articolo 609 undecies c.p..
E mentre Internet diventa il luogo privilegiato per adescare minori, per effettuare comunicazioni illegali al riparo dalle intercettazioni telefoniche, per scambiare materiale pedopornografico, la risposta dello Stato, ancora una volta, non si fa attendere: nelle prossime settimane si vogliono chiudere 73 sezioni di Polizia Postale, nell’ambito di un programma che prevede la soppressione di centinaia di presidi di Polizia. Rimarranno in piedi, in pratica, solo gli Uffici di Polizia Postale dei capoluoghi di Regione, che dovranno farsi carico (senza incrementi organici) di un lavoro immane, visto che la Postale ha infinite competenze, che vanno dalle truffe sulle bollette telefoniche fino alla pedofilia online, ricevendo ogni anno decine di migliaia di denunce di ogni tipo. Gran parte delle quali rimarrà nel cassetto. Non ci sono soldi. E quando non ci sono soldi, si taglia. Stranamente, però, si tagliano sempre i servizi, mentre gli sprechi e gli elefanti amministrativi restano intatti. Ma non c’è problema. Non serve la Polizia Postale per fare le indagini. Quelle ormai si fanno sui divani dei salotti televisivi, e al posto della giuria c’è il pubblico pronto ad applaudire.

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