La storia di “Tam Tam Basket” e l’esigenza dello Ius Soli per i ragazzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-01

Le regole federali bloccano, ancora una volta, l’iscrizione della squadra ai campionati. “Massimo due stranieri”, dice il regolamento. Ecco perché serve lo Ius soli

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La politica tace, orba davanti a una situazione che impedisce a giovani e giovanissimi di integrarsi attraverso lo sport. Anche quest’anno – come già accaduto in passato – la storia della Tam Tam Basket è la cartina di tornasole di quanto sia necessario lo Ius Soli, o di un’analoga legge che permetta a tutti coloro i quali sono nati in Italia di essere considerati italiani. Era capitato qualche anno fa, quando agli “stranieri” non era consentito neanche il tesseramento. È accaduto di nuovo oggi, con il tetto massimo agli stranieri che impedisce a questa realtà, nata sotto al sole di Castelvolturno (in provincia di Caserta) di andare avanti con il proprio progetto di integrazione attiva. Indossando pantaloncini, maglietta e correndo con un pallone in mano per fare canestro.

Tam Tam Basket, la squadra esclusa dai campionati perché figli di immigrati

La storia della Tam Tam Basket aveva riempito le pagine dei quotidiani già diverso tempo fa. Già due anni fa, infatti, il regolamento analogo della FIP – Federazione Italiana Pallacanestro – ha impedito l’iscrizione al campionato d’Eccellenza. Ma anche nel 2017, per motivi differenti, la squadra – che va ben oltre la mera partita di basket, riuscendo in un progetto di integrazione per i più giovani – non poteva tesserare (e quindi iscriversi) tutti quei ragazzi perché considerati stranieri. E se cinque anni fa fu trovata una soluzione (cancellando quel tetto), ora la storia si ripete.

La squadra di Massimo Antonelli, ex campione di Basket, si è sempre distinta per il suo progetto pro-attivo fatto di integrazione in quel di Castelvolturno. Quest’anno, secondo le idee iniziali, si volevano iscrivere due squadre juniores al campionato d’Eccellenza. Una promozione conquistata sul campo – perché nel 2019 avevano l’under 15 aveva ottenuto una deroga e avevano vinto il campionato di categoria -, ma che le regole della FIP ha bloccato: massimo due stranieri per ogni squadra. I ragazzi, però, sono tutti figli di extracomunitari o immigrati di seconda generazione. Questo vuol dire che, fino al compimento del 18esimo anno, non possono fare richiesta per la cittadinanza italiana. Ecco a cosa serve lo ius soli.

La lettera inviata ai vertici FIP

Gli stessi giovani hanno impugnato carta e penna, scrivendo una lettera al Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Gianni Petrucci (ex numero uno del Coni):

“Caro Presidente, desideriamo iscriverci al campionato di Eccellenza: può essere, e speriamo sarà, una buonissima occasione per crescere e mettersi in gioco e dimostrare quanto valiamo. Noi, ovviamente siamo consapevoli delle regole che la Fip ha impostato per i campionati, ma è proprio per queste regole che squadre e gruppi come il nostro non riescono a giocare ed esprimere la propria gioia e libertà facendo una delle cose che amano di più, giocare a basket”.

Un appello che ha ricevuto una risposta. Negativa. Per questo è stato presentato un ricorso al Tar che dovrebbe pronunciarsi il prossimo 9 novembre.

(foto: da Facebook)

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