Come va Syriza in Grecia e nei sondaggi

di Faber Fabbris

Pubblicato il 2016-01-24

Sondaggio Briding Europe : Syriza avanti dell’ 8,2% nelle intenzioni di voto. Abbastanza inatteso, malgrado tutte le difficoltà dell’economia nazionale (e della vita di tutti i giorni) il giudizio di un eventuale ritorno alla dracma: solo 2 intervistati su dieci pensano che l’uscita dall’euro migliorerebbe le cose

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La situazione per Tsipras -tanto per rilassarsi un po’- è particolarmente complessa: trattative febbrili a Davos per strappare l’agognata e maledettissima ‘prima valutazione’ del programma di ‘riforme’; categorie professionali in fermento per la riforma del sistema contributivo e pensionistico (ieri manifestazione dei ‘liberi professionisti’ e oggi blocchi stradali degli agricoltori); stampa all’attacco per accreditare il nuovo leader di Nuova Democrazia, Ciriaco Mitsotàkis, come il primo ministro di sostituzione. E addirittura Wolfgang Schauble che arriva, con arroganza inaudita, a trattare il Primo Ministro della Repubblica Greca da ‘stupido’, in sua presenza e davanti alle telecamere. Indizio, oltre che della squallida mediocrità del personaggio, del visibile nervosismo che pervade i circoli liberal-reazionari rispetto a quanto echeggia dal Portogallo (in affondo antiasuterità col nuovo governo Socialisti-Comunisti-Blocco di Sinistra) e dalla Spagna (con prospettive di governo Socialisti-Podemos sempre più concrete). Tsipras -e qui c’è tutto lo scarto fra due mondi antropologici, prima che tra un politico e un portavoce di interessi privati- ha aristocraticamente ignorato la miserabile provocazione; ribadendo che le politiche sin qui auspicate e ‘implementate’ hanno portato alla perdita del 25% del PIL e ad una disoccupazione da 1929.

Come va Syrizia in Grecia e nei sondaggi

Un fugace raggio di sole è però forse pervenuto tra le nuvole svizzere a rischiarare i pensieri del primo ministro greco: un sondaggio Bridging Europe (22 gennaio) che sconfessa pesantemente due recenti inchieste. Se la settimana scorsa due sondaggi davano per vincente Nuova Democrazia (dagli stessi istituti che avevano previsto la vittoria del Si al referendum e la sconfitta di Syriza in settembre), sono stati oggi pubblicati i risultati di una inchiesta di opinione piuttosto sorprendenti. Vediamone il dettaglio.

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Sondaggio Bridging Europe. Periodo delle interviste: 18-20 gennaio 2016. Campione intervistati: 1135 persone, ripartite sulle tredici regioni greche. Metodo: intervista telefonica; Campione ripartito in base alla densità geografica di popolazione, l’età e il sesso. Incertezza: +/- 2,5% su affidabilità del 95%.

Malgrado le titaniche difficoltà del governo Tsipras, Syriza rimarrebbe in testa nelle intenzioni di voto. Polverizzato il pupillo dei social-liberisti europei, Stavros Theodorakis, che raccoglie meno dell’Unione di Centro. Lafazanis non riesce a capitalizzare il malcontento dei ‘delusi’, che si riversano soprattutto verso il Partito Comunista (KKE). Che sorpassa Alba Dorata. Naturalmente non si tratta che di sondaggi, ma il credito di Syriza è lungi dall’essere annientato. Più articolato e interessante il risultato delle domande di politica generale, condotto sullo stesso campione del sondaggio elettorale.
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Se la personalità di Ciriaco Mitsotàkis non sembra incantare più di tanto i sondati, questi sono abbastanza lucidi per constatare con nettezza che la strada intrapresa da Syriza e dal suo governo non ha alternative credibili. Abbastanza inatteso, malgrado tutte le difficoltà dell’economia nazionale (e della vita di tutti i giorni) il giudizio di un eventuale ritorno alla dracma: solo 2 intervistati su dieci pensano che l’uscita dall’euro migliorerebbe le cose. Inaspettato anche il giudizio prevalentemente positivo sulla riforma pensionistica (4 intervistati su dieci lo giudicano giusto e sostenibile, contro 3 che pensano il contrario), al centro di svariate proteste in questi giorni. Insomma, la strada in salita di Tsipras resta irta e complessa (come altre volte nella storia della sinistra è stato). Ma fra un popolo che capisce le ragioni di una rotta difficile e a tratti ingrata, e il vento che comincia a cambiare (prima Atene, poi Lisbona, fra poco forse Madrid…) il primo ministro greco e le ambizioni sociali che esprime sono meno isolate di quanto piacerebbe ai conservatori europei.

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