Susanna Tamaro si lamenta del Green Pass perché le ha impedito di comprare i francobolli in vacanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-16

La scrittrice Susanna Tamaro in una lettera al Corriere della Sera critica il Green Pass e il governo Draghi: “Limita l’Italia”

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Con una lunga lettera apparsa questa mattina sul Corriere della Sera, la scrittrice Susanna Tamaro spiega i perché della sua contrarietà all’adozione del Green Pass come strumento di contenimento del virus e critica le decisioni del governo Draghi. Uno degli argomenti portati a supporto della sua tesi è che il certificato verde avrebbe reso le sue vacanze sulle Alpi un “esilio civile” piuttosto che un “soggiorno creativo”.

Susanna Tamaro si lamenta del Green Pass perché le ha impedito di comprare i francobolli in vacanza

“Da molti anni – ha scritto – trascorro qualche settimana tra gennaio e febbraio in un piccolo paese sulle Alpi perché ho bisogno della quiete data dalla neve per raggiungere la parte più profonda della creatività, e così ho fatto anche quest’anno. Ero partita con degli scarponcini quasi rotti pensando di sostituirli in montagna nel negozio in cui mi servo da anni, dato che reputo la fedeltà agli esercenti un piccolo atto di resistenza umana, ma non mi è stato possibile perché il mio green pass era scaduto da un giorno. Di conseguenza, tutto il mio soggiorno creativo si è trasformato in un esilio civile: niente caffè al bar, nessun conforto in una baita, non ho potuto neppure comprare dei francobolli alla posta. Il mio crimine? Essermi fidata di quello che mi aveva garantito lo Stato, vale a dire che le persone vaccinate dopo agosto 2021 sarebbero state coperte per nove mesi”. La durata del Green pass è stata infatti ridotta per decreto a 6 mesi, ma era cosa nota a tutti, impossibile restare “sorpresi” da una notizia del genere.

Tamaro ha parlato anche di “forze dell’ordine costrette a inseguire persone che passeggiavano nei boschi — diabetici, cardiopatici etc. che riescono a mantenere l’equilibrio grazie al movimento quotidiano — come fossero delinquenti”, dimenticando però che l’attività sportiva all’aria aperta è stata sempre tutelata nel corso della pandemia. Se la prende poi con i media: “Comunicare ogni giorno per due anni il numero dei morti al telegiornale e concentrare tutta l’attenzione su questo ha costituito e costituisce un danno gravissimo per l’equilibrio delle persone”. I dati oggettivi che mostrano la gravità della situazione non vanno bene, però sostiene che nei programmi tv non debba essere “creata confusione”: “In un Paese serio ci sarebbe stato un unico portavoce del governo, un medico competente e capace di usare parole pacate e sagge e tutta la comunicazione con i cittadini sarebbe stata affidata a lui. Perché, ovviamente, ai giudizi spesso sprezzanti degli scienziati si è unito il coro degli esperti di rimbalzo, capaci di insultare chiunque esitasse a vaccinarsi con i toni di livida rabbia che si concede soltanto agli ubriachi al termine della notte”.

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