Supernova: lo sbiancamento dentale dei grillini rampanti

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-07

Esce il libro di due ex 5 Stelle, che ci raccontano la storia dello sbiancamento dentale per andare in tv, i parlamentari non all’altezza, i soldi e i pettegolezzi che piacciono a Di Maio. E infine l’aneddoto su Silvia Virgulti e il cappellino di Casaleggio

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A distanza di un anno dalla sua presentazione, arriva “Supernova. Com’è stato ucciso il M5s”,scritto dai due ex Nicola Biondo (già capo dell’ufficio comunicazione M5S alla Camera) e Marco Canestrari (informatico, ex dipendente della Casaleggio Associati). Il Giornale e la Stampa oggi pubblicano una serie di anticipazioni dell’opera.

Supernova: lo sbiancamento dentale dei grillini rampanti

Il Giornale pubblica una serie di estratti in forma di aneddoto del racconto di Biondo e Canestrari. Come ad esempio la storia dello sbiancamento dentale:

Racconta Dario Tamburrano, europarlamentare M5s, di professione dentista: «Rocco Casalino (capo comunicazione al Senato, ndr) mi ha portato in studio un sacco di parlamentari. Per tutti sbiancamento dei denti e cura delle carie. Per me va bene, ma quel fare untuoso, questa cura davvero eccessiva della forma. Mi sbaglierò, ma sento una strana aria in giro». Dalla rivoluzione morale allo sbiancamento dentale.

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I protagonisti di Supernova (Il Giornale)

Poi ci sono gli europarlamentari non all’altezza:

A preoccupare i due fondatori era il gruppo parlamentare. «Abbiamo un dieci per cento di Scilipoti…» dice Grillo. «Il gruppo parlamentare non è all’altezza. Non potevamo candidare persone molto brave ma già elette negli enti locali. Le elezioni ci hanno colto di sorpresa e le nostre liste sono state riempite alla rinfusa» confida invece Casaleggio a Nicola Biondo. «Loro sono lì per il MoVimento, non devono fare politica, non tocca a loro, sono solo lo strumento di un programma e devono rispettare le regole che hanno sottoscritto. Grazie al MoVimento hanno avuto uno stipendio e un minimo di visibilità, chi non ci sta si accomodi fuori».

E la storia dei francescani:

Inizi di maggio 2014. «Poche sere fa Beppe era a Roma. Eravamo a cena. Incalzato da una serie di racconti di alcuni miei colleghi, ha detto una cosa che mi ha lasciato stupefatta. “Con la vita di merda che fate a Roma, tremila euro sono pochi”. Se oggi qualcuno mettesse a paragone l’entità delle restituzioni di quel periodo con quelle odierne, capirebbe tutto. Le rendicontazioni – prive di qualsiasi controllo e autoreferenziali – sono insieme arma e luogo del delitto del francescanesimo, della lotta ai privilegi, del MoVimento. Oggi quasi tutti i parlamentari hanno uno stipendio in busta di circa tremila euro ma ne percepiscono trai settemila e i diecimila al mese per le spese. E si definiscono francescani».

I pettegolezzi di Di Maio e il cappellino di Casaleggio

Divertenti anche le polemiche su Luigi Di Maio e sul suo modo di interpretare la leadership: “Il suo mondo si divide «tra chi è sfigato e chi non lo è», parole sue. Sinonimi di sfigato:chi critica, chi non veste in giacca e cravatta, chi nutre dubbi. Racconta un insider grillino: «L’arma vincente della scalata di Di Maio è stata quella di escludere ogni discussione dal gruppo parlamentare. O sei con lui o sei contro, in un brutto alone di omertà, che poco ha a che fare con l’Onestà». Di Maio governa col do ut des. È molto riconoscente con chi gli riferisce pettegolezzi interni al Movimento. «Racconta una storia interna al Rampollo e raggiungerai il paradiso per sempre entrando nelle sue grazie».
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Infine, l’aneddoto sul cappellino di Casaleggio e Silvia Virgulti: “Dopo il flop del M5s alle Europee, in una riunione dei parlamentari Silvia Virgulti, fidanzata di Di Maio, dice: «Le elezioni le abbiamo perse per il look lugubre di Casaleggio con il suo cappellino (Casaleggio era malato di tumore,ndr)». Gelo tra i presenti. Poco dopo un deputato va a complimentarsi con la Virgulti. È Alessandro Di Battista”.

Rodotà e la Boldrini

Nell’articolo di Iacoboni invece si raccontano due dialoghi tra l’autore Nicola Biondo e Gianroberto Casaleggio che riguardano Stefano Rodotà, prima candidato presidente della Repubblica con il M5S e poi definito un vecchietto miracolato dalla Rete, e il “famoso” post “Cosa fareste in macchina con la Boldrini”:

Biondo gli chiese il perché dell’inqualificabile attacco a Rodotà, Casaleggio rispose: «Abbiamo dato un’opportunità a questo signore. Lui l’ha utilizzata come ha creduto. Io non mi faccio scalare, il Movimento non è scalabile. Lo abbiamo miracolato e lui ci ha ripagato in questo modo. Per me la storia è chiusa».
Quando Biondo gli disse che il blog sulla Boldrini era stato vergognoso, rispose, gelido: «Nicola, noi dobbiamo imparare a canalizzare il sentiment della Rete e usarlo. Oggi abbiamo sbagliato ma il risultato che ne è venuto fuori ci dice che la Rete è dalla nostra parte. È la Rete che decide la reputazione delle persone. Per il futuro dobbiamo essere in grado di canalizzare questo sentiment senza apparire direttamente, governandolo». È il manifesto, lucidissimo, della cyber propaganda che verrà.

stefano rodotà
Che dire? Bei tempi.

Leggi sull’argomento: Supernova: come è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle

 

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