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Quattro ragazzi arrestati per uno stupro di gruppo a Catania: indagato anche un 16enne

neXtQuotidiano 10/12/2021

I carabinieri di Catania hanno arrestato quattro giovani tra i 20 e i 21 anni per aver stuprato e ricattato una coetanea con un video hard. Indagato anche un 16enne

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L’hanno ricattata con un video “hard” che la ritraeva in intimità con il suo fidanzato, chiedendole soldi e obbligandola a uno stupro di gruppo. Con queste accuse quattro giovani, due di 20 e altri due di 21 anni, sono stati arrestati da carabinieri del comando provinciale di Catania perché indagati dei reati di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti ed estorsione.

Nei confronti dei quattro è stata eseguita un’ordinanza cautelare emessa dal Gip. Risulta indagato dalla competente Procura per i minorenni di Catania anche un sedicenne, per il quale non è stata disposta nessuna misura cautelare. Tutto è partito dalla denuncia della vittima che – come afferma la Procura di Catania in una nota – ha parlato di “plurimi reati a sfondo sessuale” che avrebbe subito dal novembre 2019 al maggio 2021.

Lo stupro di gruppo a Catania

La vittima avrebbe scoperto che il suo fidanzato aveva un’altra relazione con una coetanea: a quel punto ha minacciato di rivelarle tutto e ha danneggiato il fanale posteriore dell’auto del ventenne. Così il giovane secondo gli inquirenti avrebbe iniziato a usare il video del loro rapporto, cancellato ma non prima di averlo trasferito tramite un’applicazione di messaggistica su quello di un altro indagato, per impedirle di rivelare la sua doppia relazione e come strumento di ricatto per estorcerle denaro con la minaccia di farlo vedere ai suoi genitori. Ma la vittima, ricostruisce la Procura di Catania, sarebbe stata sottoposta ad ulteriori violenze sessuali, in particolare dal suo ormai ex fidanzato che, minacciandola sempre di diffondere il filmato hard, l’avrebbe costretta a subire un rapporto coinvolgendo anche il minorenne di 16 anni nonostante lei fosse assolutamente contraria. Di fatto, uno stupro. “L’attività di riscontro alle dichiarazioni della vittima, oltre a indagini tecniche effettuate sul suo cellulare”, ha consentito ai militari di recuperare il video e di “evidenziare anche altri episodi di violenza che la ventenne avrebbe subito nel tempo”.

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