Stefano Esposito e l'imprenditore in odore di 'ndrangheta

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-09-25

Ferdinando Lazzaro, indagato in commistione di affari illeciti tra ‘ndrangheta, imprenditori e appalti avviati nel 2011 per la TAV, avrebbe sollecitato l’intervento del senatore per alcuni appalti. Curioso il destino del’assessore ai trasporti: chiamato a Roma per fronteggiare Mafia Capitale, il suo nome esce in un processo sulla ‘ndrangheta…

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L’imprenditore valsusino Ferdinando Lazzaro, imputato nel processo San Michele – il nome dell’operazione dei carabinieri sulle presunte infiltrazioni di ‘ndrangheta in Piemonte – era riuscito a fare “intervenire in suo favore personalità politiche e quadri della committente Ltf” nell’ambito delle iniziative messe in atto per partecipare ai lavoro della Torino-Lione. È quanto si ricava da un rapporto dei carabinieri del Ros presente negli atti dell’inchiesta. Fra i nomi citati dagli investigatori ai quali si sarebbe rivolto Lazzaro figurano quelli di Stefano Esposito, senatore Pd e oggi assessore ai Trasporti del Comune di Roma, e di Marco Rettighieri, all’epoca direttore generale dl Ltf. I fatti risalgono al 2012, quando l’esistenza dell’inchiesta non era ancora nota e non si sapeva che Lazzaro fosse un personaggio monitorato dagli investigatori.
ferdinando lazzaro stefano esposito 1

Stefano Esposito e l’imprenditore in odore di ‘ndrangheta

“Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia”, fa sapere l’assessore capitolino in merito al rapporto dei carabinieri del Ros. “Se sono indagato lo dicano – aggiunge Esposito– altrimenti chiedo io ai Ros di rendere pubblica una segnalazione che feci, mi pare nel 2013, in merito a ciò che l’imprenditore Ferdinando Lazzaro mi raccontò relativamente agli appalti della Sitaf. La denuncia – ricorda Esposito – che secondo me aveva elementi di natura penale, l’ho fatta davanti al capitano Fanelli. Per la verità comunque non mi risulta di essere intervenuto sui lavori Tav. So che dopo quella mia denuncia i Ros chiamarono altre persone che avevo segnalato e che potevano essere utili. Dal mio punto di vista non ho altro da aggiungere”. In merito poi a Marco Rettighieri, tirato in ballo nel rapporto dei Ros insieme a Esposito, l’assessore dice: “E’ una persona al di sopra di ogni sospetto, chiamato anche a risolvere i problemi di Expo”. E se gli si chiede quale sia oggi la sua posizione sulla Tav, l’assessore risponde: “Sempre la stessa, a favore e a maggior ragione”.

Virus – RAI 2 – del 11-SET-2013 di daviluciano
Di certo sul blog del senatore c’è un post che riprende un articolo del Foglio dedicato all’apparizione televisiva di Lazzaro a Virus di Nicola Porro risalente al 2013:

L’ultimo mercoledì notte, nella cava di Ferdinando Lazzaro dell’Italcoge, a cui i No Tav avevano già rotto un braccio durante una manifestazione, dopo minacce e buste con proiettili indirizzate al fratello Antonio, e sebbene la loro azienda non stia più lavorando per il cantiere dell’Alta velocità. Un rogo “punitivo” per la partecipazione di Ferdinando Lazzaro alla trasmissione “Virus”, in cui l’imprenditore ha denunciato il clima di paura e l’aumento delle violenze. “Non mi stupirei che tornassero anche stanotte”, racconta al Foglio Antonio Lazzaro: “Vogliono istigare lo stato ad alzare lo scontro per destabilizzare la valle e dimostrare che non hanno paura”. Un brutto romanzo, non più solo luddista. I protagonisti. C’è un ntellettuale accartocciato sui suoi rovelli che considera la Val di Susa la nostra Striscia di Gaza (Erri De Luca) e rivendica il diritto al sabotaggio.

Il processo San Michele

Nel processo San Michele Lazzaro è sotto processo perché avrebbe concorso, con altre persone (tra cui Toro, Ravizza e Butano) ad ottenere degli ingiusti profitti risparmiando soldi, gestendo in maniera illecita alcuni rifiuti speciali proprio presso la cava di Sant’Ambrogio, e in alcuni casi anche vendendoli dopo il riciclaggio. Si tratterebbe di oltre 50.000 metri cubi di rifiuti speciali, stoccati presso la cava senza autorizzazioni, che sarebbero stati poi sversati in luoghi non autorizzati, oppure riutilizzati come materiali di riempimento in cantiere ferroviari e stradali a Chiusa San Michele e non solo. Secondo l’accusa c’è una commistione di affari illeciti tra ‘ndrangheta, imprenditori e appalti avviati nel 2011, tra cui è emerso anche l’interesse verso i lavori per la linea ad alta velocità Torino-Lione, che si sta costruendo in Val Susa. Tra gli indagati ci sono anche alcuni valsusini, tra cui, oltre a Lazzaro, l’agente immobiliare di Buttigliera Alta Claudio Ravizza, difeso dall’avvocato Strumia. Sono indagati per reati inerenti allo smaltimento illecito di rifiuti, e non per associazione mafiosa. Altro indagato di spicco è il detenuto Gregorio Sisca, residente a Giaveno e difeso dagli avvocati Pesavento e Gasparini, che invece avrebbe un ruolo di rilievo per le attività della mafia nel torinese. Curioso il destino di Esposito: chiamato a Roma per fronteggiare Mafia Capitale, il suo nome esce in un processo sulla ‘ndrangheta.

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